Angela Manganaro
VENEZIA. Dal nostro inviato
Notai forse più poveri e un decreto del ministero della giustizia che assegna 840 sedi notarili più a Nord che a Sud, ora impugnato davanti al Tar. Sono due delle questioni discusse al congresso del notariato che si è chiuso ieri a Venezia.
Il notaio «povero» sembra conseguenza dei numeri forniti dalla Cassa di previdenza della categoria. Il presidente Francesco Maria Attaguile, 62 anni di Catania alla fine del mandato, ha detto all'apertura del congresso: «Assistiamo a un consistente aumento degli assegni di integrazione erogati e del numero di notai che ne avrebbero diritto. Che erano 500 nel 2007, 700 nel 2008 e potrebbero raggiungere il numero di quasi 900 quest'anno. Circa il 18% dei colleghi non raggiungerà nel 2009 la soglia di 45mila euro di onorario repertoriale». C'è dunque un'emergenza-notaio? Si direbbe di no. Spiega Attaguile: «L'onorario repertoriale è un coefficiente pari grosso modo a un terzo del ricavo lordo di un notaio. Può servire a monitorare il volume d'affari e dà una grossa mano alla agenzia delle entrate»: l'unica ad avere il quadro completo dei guadagni. Perché la Cassa guarda all'onorario repertoriale, il fisco pesa l'intero ricavo dei notai che risultano essere «tra i migliori 22mila contribuenti italiani», concordano i vertici. Se onorario repertoriale e reddito sono due cose diverse, l'allarme povertà si ridimensiona: i notai che avrebbero il diritto a un sostegno perché sfiorano il reddito minimo guadagnano grosso modo 135mila euro lordi all'anno. Non è indigenza, ma non si era mai visto se non nel dopoguerra e soprattutto al sud, ricorda Attaguile.
Qual è l'identikit del notaio che soffre la crisi? «Quello delle aree periferiche del meridione», risponde Attaguile. Ma non è che la crisi si è sentita più a nord, visto che l'economia prima andava forte e la frenata è stata più brusca? «No, la crisi si è sentita soprattutto a sud. Al nord c'è e resta comunque una base solida». E fornisce i dati sul repertorio medio del 2008: ai primi posti, Trentino, Valle D'Aosta, Veneto e Lombardia; in fondo Molise e Sicilia. Ma la Cassa, che è in salute, è ora in pericolo stabilità? «No, dal 2008 a oggi abbiamo alzato il contributo integrativo di cinque punti di aliquota, dal 25 al 30% per il progressivo calo dei redditi», risponde il presidente. «Certo, se si afferma la tendenza di alcuni colleghi che si ritirano prima perché prendono di pensione la stessa cifra di quando lavoravano, ci potrebbe essere qualche problema. Su 70 pensioni deliberate nel corso dell'anno, 22 sono state richieste in anticipo rispetto all'età pensionabile (75 anni o 40 di contributi ndr)».
Tra i 4.723 notai si discute anche del decreto che concentra le nuove 840 sedi quasi tutte al nord Italia, impugnato dai consigli locali del nord. Paolo Piccoli, presidente del notariato a fine mandato, ha detto ieri al Sole 24 Ore: «Ho proposto al ministero di riscriverlo tenendo contro della forte crisi». Che cosa pensa Attaguile? «Bisogna guardare alle esigenze sul territorio e al volume d'affari, ma la prima stesura del decreto andava bene».
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