L'attuale impianto normativo regolamentare di Cassa forense prevede l'erogazioni di prestazioni assistenziali e precisamente: assistenza in caso di bisogno, ordinaria e straordinaria; assistenza indennitaria per catastrofe o calamità; indennizzo per infortunio o malattia; altre provvidenze sotto forma di contributo per spese funerarie; erogazioni assistenziali in favore di avvocati ultraottantenni; indennità di maternità in caso di parto e in caso di adozione o affidamento preadottivo e, da ultimo, indennità di maternità in caso di aborto spontaneo o terapeutico.
Le prestazioni assistenziali, a eccezione di quelle in favore di avvocati ultraottantenni, vengono fatte a tutti gli iscritti a prescindere dalla situazione reddituale. Lo stesso che dire che siamo di fronte a interventi generalizzati, poco significativi negli importi, a pioggia, che tradiscono la natura stessa dell'assistenza che deve individuare chi ne ha realmente bisogno e, in tal caso, l'intervento deve essere tale da sopperire al bisogno. Si impone quindi una rivisitazione dell'impianto normativo dell'assistenza forense.
Ma come abbiamo sperimentato con la riforma della previdenza, anche la riforma del regolamento dell'assistenza comporterà tempi lunghissimi.
Che fare allora? Non occorre stravolgere gli istituti esistenti che andranno implementati dando concretezza alle provvidenze in corso di attuazione e mi riferisco, soprattutto, ai contributi per spese di ospitalità in istituiti per anziani, malati cronici o lungodegenti nonché ai contributi per spese di assistenza infermieristica domiciliare temporanea e borse di studio per i figli di bisognosi. Occorre semplicemente agganciare l'assistenza alla situazione reddituale dell'interessato.
In sostanza ciò che già avviene in Italia nella previdenza generale. Occorre quindi far riferimento all'articolo 35, commi da 8 a 13, della legge 14/09 «modalità di accertamento del diritto alle prestazioni collegate al reddito». Nella galassia della Casse di previdenza private il regolamento per i trattamenti assistenziali della Cassa dei ragionieri, della Cassa del notariato, dell'Enpam e della Cassa dei farmacisti prevede parametri di valutazione delle condizioni economiche del nucleo familiare costituenti il presupposto per l'erogazione delle prestazioni assistenziali.
Si tratterà quindi di agganciare le provvidenze assistenziali a parametri reddituali del nucleo familiare con riferimento a tutti i redditi conseguiti, mobiliari e immobiliari, fissando dei tetti sia al reddito sia alle prestazioni. Ovviamente non basterà il solo dato reddituale ma si dovrà accertare tutti i redditi di carattere mobiliare e immobiliare.
Con l'aggancio al reddito si dovrà però tenere conto della particolare dinamica dei redditi degli avvocati per i quali l'evento dal quale insorge la situazione di bisogno si riflette, nell'immediato, sui nuovi incarichi e sulle cause in corso e, solo successivamente, sui redditi dichiarati.
Un occhio di riguardo lo si dovrà riservare al pensionato attivo il quale, dopo i 70 anni, continuando a lavorare contribuisce alla solidarietà della categoria pur in assenza di vantaggi diretti. Risponderebbe a criteri di equità, nel caso di bisogno assistenziale, riconoscergli un quid aggiuntivo.
L'Organismo unitario dell'avvocatura ha criticato l'impianto della proposta di legge finanziaria per il 2010 presentata dal Governo rilevando come non siano stati previste misure anticrisi a tutela delle professioni. Ci sono tre milioni di professionisti in questo momento in difficoltà e soprattutto sempre più in difficoltà si trovano le generazioni dei giovani professionisti.
Gli avvocati e i liberi professionisti in generale sono stati esclusi: dalla detassazione degli investimenti, decreto legge 78/2009, la Tremonti ter; dagli incentivi alla capitalizzazione; dal premio occupazione e potenziamento degli ammortizzatori sociali; dalla moratoria sui prestiti bancari; dai bonus aggregazioni per conferimenti, fusioni e scissioni.
Le Casse di previdenza e assistenza non hanno attualmente le risorse economiche per provvedere ai propri iscritti con appositi ammortizzatori sociali. L'aggancio dell'assistenza a parametri reddituali consentirebbe un'assistenza più mirata e probabilmente un risparmio negli attuali budget di spesa, risparmio che si potrebbe indirizzare a dei piccoli ammortizzatori sociali in grado di tamponare almeno l'emergenza.
L'autore è past president
della Cassa di previdenza forense
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