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Le Casse di previdenza scelgono l'«obiezione»

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Martedí 02 Ottobre 2012

Il termine fissato per il 30 settembre dalla spending review è stato superato senza che sia arrivata una proroga, così le Casse di previdenza dei professionisti hanno sostanzialmente confermato l'orientamento emerso nei giorni scorsi. Di fronte alla richiesta di versare alla Tesoreria dello Stato i risparmi derivanti dal taglio ai consumi intermedi (almeno il 5% nel 2012, per un totale di circa 6 milioni di euro come riportato dal Sole 24 Ore.com), la maggior parte ha deciso di non rispettare la scadenza.
Nelle scorse settimane il tono del confronto tra enti di previdenza privati e governo si era alzato, dopo la decisione dell'Adepp (l'associazione che riunisce venti casse) di impugnare la circolari della Ragioneria dello Stato con cui si ricordava il nuovo obbligo, nonché gli altri provvedimenti in materia. In seguito era emerso l'orientamento di sedici casse a non versare quanto richiesto entro la scadenza del 30 settembre. In base a una verifica condotta ieri dal Sole 24 Ore, risultano aver adempiuto all'obbligo la cassa forense, quella dei ragionieri e quella dei commercialisti, nonché l'Enpaia. A tale elenco dovrebbe aggiungersi Inarcassa, mentre tra i non aderenti all'Adepp, Enasarco è orientata a pagare.
Le motivazioni di chi ha adempiuto sono riconducibili alla volontà di non violare la norma, anche se non condivisa. «La legge va rispettata – spiega Paolo Saltarelli, presidente della Cassa dei ragionieri e periti commerciali – anche se non piace, perché in sostanza si tratta di una tassa occulta. Abbiamo versato circa 250mila euro, con riserva di restituzione. Vedremo con i nostri legali come procedere, mi auguro che ci sia un'azione congiunta in Adepp». Sulla stessa linea la Cnpadc: «La lettera che accompagna il versamento – precisa il presidente Walter Anedda – evidenzia la volontà di richiedere il rimborso e agire in tutte le sedi possibili per averlo».
Molti altri, invece, pur provvedendo ad accantonare in bilancio quanto dovuto, hanno deciso di non pagare. Così hanno fatto, per esempio, l'Inpgi e l'Enpab. «Attendiamo la circolare del ministero - afferma Sergio Nunziante, presidente dell'ente di previdenza dei biologi - perché abbiamo molti dubbi su cosa rientra tra i consumi intermedi, e aspettiamo anche per il 30 ottobre, la sentenza del Consiglio di Stato». L'Enpam, invece, sottolinea che mentre con la spending review si chiede una mano per risanare i conti, lo Stato a sua volta è in debito per la sua parte di contributi per l'indennità di maternità: gli arretrati degli ultimi otto anni ammonterebbero a oltre 20 milioni di euro. In attesa che la situazione si chiarisca, c'è chi si è portato avanti per sapere come recuperare quanto eventualmente versato. La Fondazione Fasc ha provveduto a interpellare il ministero del Lavoro circa le modalità operative per l'adempimento e l'indicazione per richiedere l'eventuale restituzione delle somme qualora fossero versate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il quadro
01 | LA NORMA
Il comma 3 dell'articolo 8 della legge 135/2012 (spending review) impone alle Casse di previdenza di versare alla Tesoreria dello Stato quanto risparmiato tagliando i consumi intermedi. Il risparmio deve essere del 5% nel 2012 e del 10% negli anni successivi. Per l'anno in corso il termine per il versamento è stato fissato al 30 settembre
02 | I PRESUPPOSTI
La richiesta di contributo si basa sul fatto che le Casse di previdenza sono inserite nell'elenco Istat degli enti che rientrano nel conto economico consolidato dello Stato. Le Casse contestano tale situazione in quanto per il sostentamento si basano sui contributi degli iscritti e non gravano sul bilancio statale
03 | LE DECISIONI
Due sentenze del Tar danno ragione alle Casse, ma si è in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, previsto il 30 ottobre. Nei giorni scorsi le Casse riunite nell'Adepp hanno deciso di impugnare le circolari ministeriali in materia

Martedí 02 Ottobre 2012
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