Il Comitato dei delegati della Cassa di previdenza dei Ragionieri presieduta da Paolo Saltarelli, ha approvato la riforma del sistema previdenziale prevista dall'articolo 24, comma 24, del decreto SalvaItalia.
«Sono fermamente convinto che la riforma approvata è equilibrata, molto misurata e soprattutto, l'unica possibile. Abbiamo cercato di distribuire i sacrifici equamente – ha sottolineato Saltarelli – e di non penalizzare i giovani. Abbiamo fatto nostre le parole d'ordine del ministro del Lavoro Elsa Fornero, sostenibilità, equità, flessibilità nell'accesso, semplificazione e armonizzazione, e le abbiamo tradotte in misure ragionevoli».
«La riforma ha recepito alcune istanze formulate dai delegati che non ne hanno sostanzialmente alterato l'impostazione. Le principali novità dell'intervento – ha sottolineato il presidente della Cassa Ragionieri – sono rappresentate dall'elevazione dei requisiti per il diritto alla pensione di vecchiaia, che era rimasta fissata a 65 anni, il superamento della pensione di anzianità, l'elevazione dell'aliquota contributiva per migliorare il tasso di sostituzione delle pensioni e un contributo a carico delle vecchie pensioni».
Si sblocca così una situazione che aveva visto, per effetto dello stallo sulle proposte di revisione della disciplina, l'applicazione del contributo di solidarietà previsto dell'1% per i pensionati dal 1° gennaio 2012. Una decurtazione che i pensionati della categoria avevano trovato nel trattamento previdenziale di ottobre. Una scelta obbligata per i vertici della Cassazione, Che ha prodotto un risparmio di circa 2 milioni di euro a fronte del totale di 200 milioni di assegni erogati nel corso dell'intera annata.
Lo sforzo della presidenza è stato premiato, dopo che il 25 settembre, l'assemblea dei delegati non era stata neppure nelle condizioni di poter esprimere un voto con i crismi della legalità, essendo venuto a mancare il previsto requisito dei due terzi. Infatti, prima della chiamata alle urne oltre 50 dei 174 delegati legittimati a esprimere il voto aveva fatto mancare il numero legale. Nel mese e mezzo trascorso il presidente ha provato a ricomporre la situazione e con il buon esito di ieri mattina i tentativi sono andati a buon fine, favoriti dallo stemperarsi delle tensioni che avevano accompagnato l'elezione del consiglio nazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA