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PDL-LEGA
Il programma del Pdl e della Lega è piuttosto generale. Nel capitolo 8, intitolato: «Dalla parte delle imprese, dalla parte del lavoro, dalla parte delle professioni» si trovano solo due "intendimenti" che interessano alcune professioni regolamentate.
Il primo punto propone: «Passaggio dalle autorizzazioni ex ante ai controlli ex post»; si tratta di una richiesta avanzata più volte dal Pat, l'istituzione che riunisce le professioni dell'area tecnica, e che sembra diventata una necessità soprattutto nel settore edile dove le grandi opere si trovano a dover attendere anni per ottenere i nulla osta necessari.
La seconda proposta riguarda il riconoscimento di un ruolo sussidiario delle professioni, disposte ad accollarsi compiti ora svolti in via esclusiva da organismi pubblici
SCELTA CIVICA
Continuare la stagione delle liberalizzazioni e arginare la tentazione ricorrente di reintrodurre tutele e protezioni, come si è visto con la riforma della professione forense.
Proseguire e intensificare la politica di apertura dei mercati, sulla base di un adeguato processo di consultazione pubblica anche nei servizi resi da lavoratori autonomi e liberi professionisti, e rimuovere i vincoli che limitano in essi la concorrenza, sulla linea delle indicazioni della Commissione europea e dell'Autorità antitrust nazionale.
Aprire professioni e mercati ai giovani e ai nuovi entranti e ridurre lo spazio per i condizionamenti della politica nelle carriere amministrative e professionali, come si è cominciato a fare per i primari nella sanità pubblica. Fare della legge annuale sulla concorrenza lo strumento regolare di una periodica azione di rimozione di vincoli e blocchi che ingessano l'economia.
MOVIMENTO 5 STELLE
Le professioni compaiono poco nel programma dei Cinque Stelle, e prevalentemente in negativo. L'introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l'accesso alle informazioni senza bisogno di intermediari ne è un esempio. Ancora, il divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato. Malissimo i giornalisti, dall'eliminazione dei contributi pubblici per le testate all'abolizione dell'Ordine, però è prevista in compenso la depenalizzazione della diffamazione
Altri aspetti: riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni; abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli delle società quotate. Infine, abolizione della legge Biagi.
RIVOLUZIONE CIVILE
La Rivoluzione civile di Ingroia non dedica capitoli alle libere professioni. «Lavoro», nel programma, è sinonimo di lavoro dipendente, soprattutto pubblico, e impresa, soprattutto green. Nello specifico, Ingroia parla di un «nuovo corso delle politiche economiche e sociali, a partire dal mezzogiorno, alternativo tanto all'iniquità e alla corruzione del ventennio berlusconiano, quanto alla distruzione dei diritti sociali, del lavoro e dell'ambiente che ha caratterizzato il governo Monti».
L'obiettivo è creare occupazione «attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l'apparato produttivo e la riconversione ecologica dell'economia. Infine, reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati».
FARE PER FERMARE IL DECLINO
La capacità delle professioni di adeguarsi al cambiamento trova un freno nella struttura monopolistica di Ordini e Collegi e delle relative Casse previdenziali. Mettiamo in discussione il monopolio: cancelliamo l'obbligo di iscrizione, e consentiamo la libera iscrizione agli Ordini e alle Casse monoprofessionali o pluriprofessionali. Il legislatore deve prevedere solo standard minimi per esercitare la professione e dei meccanismi di controllo esterni (per esempio magistratura o autorità indipendenti), con obbligo di comunicazione al pubblico per garantire la trasparenza. Sull'esercizio della professione in forma associata non va imposto dall'alto un modello, ma bisogna consentire la convivenza di più modelli nati dal basso e in concorrenza.
I NUMERI DEL SISTEMA DEGLI ORDINI
2.100.000
Professionisti iscritti agli Albi
Iscritti nei 27 ordini professionali.
Tra le professioni più numerose i medici (quasi 400mila), ingegneri e architetti (oltre 350mila), avvocati (uasi 200mila), commercialisti e ragionieri (112mila)
3.900.000
Occupati nel comparto
Accanto ai liberi professionisti ruota un mondo di lavoratori dipendenti, che sommati ai professionisti attivi portano gli occupati nel comparto delle professioni ordinistiche a quasi quattro milioni di individui
1.707.379
Iscritti alle Casse nel 2011
Sono in aumento gli iscritti agli enti di previdenza. Una tendenza che si registra almeno dal 2005 e che in sette anni ha visto un aumento del 10,55%; in termini assoluti si è passati da 1.544.419 nel 2005 a 1.707.379 nel 2011
45,7 miliardi
Il patrimonio investito Adepp
Le risorse dell'Associazione sulla base dei bilanci consuntivi del 2011; la componente mobiliare è pari a 37,3 mld, quella immobiliare a 8,4. Il grosso del patrimonio
(42,8 mld) appartiene alle "vecchie" Casse nate con il Dl 509/94
60% e 55%
Donne e Under 45
Tra i nuovi iscritti agli ordini professionali il 60% sono donne, mentre arrivano al 55% i professionisti under 45. È il segnale che le professioni hanno dato spazio alle fasce più deboli dei lavoratori, giovani e donne
