MILANO
Ragionieri in pensione (di vecchiaia) a 68 anni, con anzianità minima di 40 anni e in trattamento anticipato a 63 anni, con anzianità minima di 20 anni. Questo il trattamento a regime per i professionisti iscritti a partire da gennaio 2013 laddove prima si andava in pensione a 65 anni con 30 di contributi; e proprio per questo è stato introdotto un criterio di gradualità nel raggiungimento del requisito a regime per i nati entro il 31 dicembre 1962. Naturalmente, l'altro pilastro della manovra è costituito dall'innalzamento delle aliquote contributive che passano, da inizio 2013, dall'8 al 10% per poi aumentare di un punto all'anno per i prossimi 5 anni e raggiungere il 15% nel 2018.
Anche sulla scorta di queste modifiche, i ministeri vigilanti hanno approvato ieri la riforma della Cassa dei Ragionieri. Si conclude così un iter iniziato a novembre 2012, quando il comitato dei delegati aveva varato una articolata riforma della previdenza, in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 24, comma 24, del Dl 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214 (il cosiddetto Salva-Italia). Una stabilità economica a cui contribuirebbe anche l'obbligo per gli esperti contabili di iscriversi all'ente previdenziale dei ragionieri che verrebbe stabilito per legge.
«Gli uffici tecnici ministeriali - spiega Paolo Saltarelli, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri - avevano sollevato una serie di rilievi sulla prima stesura del testo, oggetto in questi mesi di un confronto con gli amministratori dell'ente previdenziale. Con le delibere del 28 febbraio e del 9 settembre 2013 - continua Saltarelli - la Cassa è riuscita a recepire pressoché integralmente tutte le indicazioni ministeriali e finalmente è arrivata l'approvazione». Si tratta di una riforma "dura" che prevede un aumento dei contributi e una contrazione dei trattamenti pensionistici: «Una medicina amara - continua Saltarelli - ma necessaria a garantire la solvibilità dell'ente nel tempo e le pensioni alle nuove generazioni. I ministeri hanno osservato che le simulazioni attuariali elaborate a supporto del progetto di riforma indicano che le leve previdenziali variate nel complesso permettono di conseguire il risultato di sostenibilità di lungo periodo del fondo».
Un risultato raggiunto grazie anche all'eliminazione del trattamento di anzianità (sostituito dalla pensione di vecchiaia anticipata e "penalizzata" in quanto calcolata solamente con il metodo contributivo) e dal fatto che, per gli iscritti dopo il 1° gennaio 2004 il calcolo dell'assegno avrà come base di riferimento solo i contributi versati. Per gli iscritti ante 2004 resta, invece, in vigore, il regime misto.
Infine, Saltarelli accoglie «con favore la conferma, da parte dei ministeri competenti, della prospettiva di inserire gli esperti contabili nell'alveo previdenziale della Cnpr attraverso una espressa disposizione normativa di rango primario».
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