Un mese e mezzo. È il tempo massimo che si è dato il consiglio d'amministrazione di Enasarco, secondo indiscrezioni, per prendere una decisione sulla riforma previdenziale. L'ente pensione degli agenti di commercio (260mila iscritti attivi) ha distribuito alle parti sociali un documento di discussione con alcune proposte di cambiamento del sistema di contribuzione e dei requisiti minimi per la pensione di vecchiaia. Salvo colpi di scena, il cda della cassa presieduta da Brunetto Boco deciderà quindi a metà dicembre.
Due i punti salienti della proposta di riforma: l'aumento dei massimali provvigionali (su cui c'è un prelievo del 6,75%) e, per le donne, l'innalzamento dell'età minima per le pensione di vecchiaia (da 61 a 65 anni). Rialzo in vista per uomini e donne anche dell'anzianità contributiva (da 21 a 25 anni). Da segnalare (vedi tabella) che le modifiche, già nel documento proposto dai vertici Enasarco, sono spalmate nel tempo: due anni per l'aumento di massimali; tre anni per l'età minima e l'anzianità contributiva.
Dalla stessa cassa di previdenza hanno fatto sapere che alcune ipotesi di lavoro messe in campo sono da considerarsi superate e comunque da diluire su più anni di quelli indicati. Sta di fatto che il documento (datato 18 ottobre) è in discussione nell'ambito dei vari sindacati e categorie rappresentate (o meno) nel cda Enasarco. Nel consiglio dell'ente è presente l'Usarci, l'Unione sindacati agenti e rappresentanti di commercio italiani: «Per quanto ci riguarda il dibattito sulla riforma è stato già avviato – afferma il presidente Usarci, Umberto Mirizzi –. Per esempio, sull'aumento dell'età delle donne la nostra organizzazione è contraria. Più in generale chiederemo di spalmare su più anni le modifiche previste. Sarà alla fine il consiglio Enasarco a decidere».
Per giustificare la riforma, nella premessa del documento messo in discussione si fa riferimento «all'obbligo legale di stabilità trentennale del bilancio tecnico della fondazione, tenuto conto delle proiezioni, ugualmente obbligatorie, per un arco di tempo di 50 anni». E, spiega il segretario generale Usarci Antonello Marzolla (consigliere Enasarco) «queste proiezioni si basano su anni come il 2008 e 2009, periodi tra i più infelici dal punto di vista economico». Da qui la necessità tra qualche tempo di realizzare altre proiezioni del bilancio tecnico alla luce di condizioni economiche, si spera, migliori.
Resta il fatto che associazioni di agenti di commercio e promotori finanziari non presenti nel consiglio della cassa, sono contrarie a tali aumenti contributivi. C'è Federagenti-Cisal che chiede di far confluire Enasarco dentro l'Inps e in questi giorni ha lanciato una campagna contro la riforma e la dismissione del patrimonio immobiliare. Critici da sempre nei confronti della contribuzione obbligatoria a Enasarco sono i promotori finanziari. «La mia associazione rappresenta circa 12mila promotori finanziari – afferma Elio Conti Nibali, presidente Anasf, la più importante organizzazione di settore –. È da tempo che lottiamo in tutte le sedi per eliminare la doppia contribuzione obbligatoria a Enasarco e Inps. Tanto più ora con le modifiche previste. Meglio un accorpamento con altri enti previdenziali».
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I NUMERI DI ENASARCO
Agenti di commercio iscritti
La cassa di previdenza Enasarco, presieduta da Brunetto Boco (nella foto) a fine 2009 registrava un numero di iscritti attivi (agenti cui risulta il versamento di almeno un contributo nell'anno di riferimento) pari a 259.482
Il numero degli agenti monomandatari: uomini 68.568, donne 8.882
Il numero degli agenti plurimandatari: uomini 160.852, donne 21.180