MILANO
Un emendamento che prolunga di tre mesi – dal 31 marzo al 30 giugno 2012 – il termine per consentire alle Casse di previdenza professionali di "mettersi in regola" con le riforme di sistema. Misure volte ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni, ma anche rispetto ai patrimoni degli stessi enti, lungo un arco temporale riportato da 50 a 30 anni.
È stata firmata dal vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Francesco Marinello (Pdl) e da Antonino Lo Presti (Fli) e depositata nelle commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio la proposta di emendamento al decreto legge Monti (Dl 201/2011) che "recepisce" le istanze dell'Adepp, l'associazione che riunisce gli enti previdenziali di medici, avvocati, ingegneri, commercialisti e di tutte le Casse dei liberi professionisti private in base ai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996.
Il comma 24 dell'articolo 24 del decreto verrebbe, dunque, modificato ripristinando da 50 a 30 anni l'orizzonte di sostenibilità in base al quale gli enti sono chiamati a fare riforme strutturali. Resterebbero le "sanzioni" previste se non si dimostra di garantire l'equilibrio (il passaggio al contributivo pro-rata, come per il pubblico, e un contributo di solidarietà dell'1% sui rispettivi pensionati per due anni). Ma si allungherebbe di tre mesi – dal 31 marzo al 30 giugno 2012 – il termine per varare le riforme. Che non dovrebbero solo rispettare un saldo previdenziale positivo (cioè il rapporto tra entrate per contributi e uscite per prestazioni) ma tenere conto delle capacità dei patrimoni delle Casse a far fronte alle emergenze.
Il solo criterio del saldo previdenziale, infatti, non mette quasi nessuna Cassa al riparo dal segno meno, neppure a 30 anni, tanto meno a 50. Mentre l'ammontare di patrimonio consente ad altrettante di far fronte alle "gobbe" previdenziali, soprattutto in alcuni periodi critici tra il 2025 e il 2035.
«Le dinamiche economiche – ha spiegato Antonino Lo Presti – sono così imprevedibili che allungare i tempi da 30 a 50 anni e porre appena tre mesi per varare riforme strutturali è assurdo. Il sistema contributivo è un approdo al quale le Casse stanno arrivando con riforme che vanno meditate e inserite nei contesti e nelle peculiarità, anche molto diverse, di ciascuna. Mi auguro una maggioranza allargata su questa proposta di modifica».
Il presidente dell'Adepp e dell'Inpgi (la Cassa dei giornalisti), Andrea Camporese ha rivolto un "appello", ieri, in audizione nelle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato sulla manovra, affinché queste modifiche siano accolte.
«Ogni riforma necessita di tempi lunghi per essere efficace – ha spiegato Camporese – in condizioni non emergenziali come quelli della previdenza privata». Il rischio, secondo Camporese, che potrebbe verificarsi in assenza di modifiche all'attuale testo, è infatti quello di «far pagare alle giovani generazioni di professionisti un prezzo doppio: l'effetto della passività dei sistemi premianti incardinati, in alcuni casi, nel passato, e un aggravio pesante di contribuzione in virtù di nuove regole di sostenibilità a 50 anni presenti nel decreto in discussione».
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QUANTI SONO
GLI ISCRITTI
È il numero complessivo dei liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza professionali private in base ai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996 (esclusa Enasarco, l'ente degli agenti di commercio)