Proseguono le trattative con le banche nei piani alti delle holding dei Ligresti, cioè sulle cassaforti Imco e Sinergia che detengono ciascuna il 10% del capitale di Premafin.
Secondo indiscrezioni, in attesa di avere i risultati finali della due diligence immobiliare, finanziaria e contabile in corso da parte dei consulenti Protos e Ernst & Young, si starebbero definendo meglio i contorni dell'operazione con gli istituti di credito (indebitati per 330 milioni con UniCredit, Banco Popolare, Bpm e Ge in prima linea): l'obiettivo è la creazione di un fondo immobiliare, dove scorporare alcuni degli asset nel real estate (che, a libro, valgono circa 300 milioni) e parte del debito. Per gestire il fondo sarebbe ormai in pole position l'Hines Italia di Manfredi Catella. Secondo i rumors, sarebbe il soggetto scelto dalle banche per rendere concreto il progetto. Ma per arrivare a finalizzare l'operazione sarà necessario trovare anche equity (cioè capitali) da integrare alle attività immobiliari. E con questo obiettivo sarebbero state intavolate discussioni con una trentina di possibili investitori: tra i quali ci sarebbero Fondazioni, istituzioni finanziarie e banche e, tra gli altri, Enasarco.
Fulcro del progetto di costituzione del fondo è infatti lo sviluppo dell'area Cerba a Milano, cioè il Centro europeo ricerca biomedica. In quest'ambito Hines Italia è già presente tramite il fondo Hines Social Fund, che ha l'obiettivo di investire nello sviluppo di centri di ricerca medica e scientifica. Proprio Enasarco ha in questo fondo un impegno di investimento di 180 milioni.
A margine di questo progetto, le banche diventerebbero anche proprietarie del Fondo Uno, dove i Ligresti sono ora quotisti. Dopo la ristrutturazione del debito e lo scorporo, resterebbero in Imco e Sinergia alcuni asset e i debiti commerciali: per portare a compimento l'operazione, gli istituti di credito avrebbero offerto la guida a Claudio Calabi, ora amministratore delegato di Risanamento.
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