Si accende un faro sulla gestione finanziaria di Enasarco, l'ente previdenziale degli agenti di commercio. Covip, commissione di vigilanza sui fondi pensione e di recente anche sulla gestione delle Casse professionali, ha recapitato il 24 gennaio scorso una lettera ai vertici dell'ente in cui si pongono una serie di quesiti in merito al portafoglio di strumenti strutturati al centro di recenti discussioni all'interno della cassa previdenziale (vedi il Sole 24 Ore di ieri). L'ultima ristrutturazione aveva conferito il portafoglio alla Sicav Europa Plus di Gwm e poi transitati in una pluralità di veicoli di investimento. In tutto si parla di un valore nominale di 1,451 miliardi di euro, frutto della “note” Anthracite ristrutturata dopo il crack Lehman, cui la Fondazione Enasarco ha aggiunto altri versamenti. Nella sua lettera l'autorità di vigilanza chiede a Enasarco chiarimenti in merito alla gestione del rischio di questo portafoglio di strutturati (frutto di tre ristrutturazioni dal 2009); con particolare riferimento al “collaterale” utilizzato per l'operazione, ossia il Btp stripped (titolo di Stato depurato dal flusso delle cedole che vengono distribuite alla scadenza insieme al capitale) offerto a Enasarco come “pegno” da Gwm a garanzia della restituzione del capitale. Una garanzia che scatta al 2039, ossia tra 26 anni: un lasso temporale che evidentemente la Covip considera eccessivo così come eccessivo è evidentemente valutato l'agio per il gestore. (Ma.l.C.)