Trentasei mesi per pagare, a rate, i contributi non versati all'Enpacl, l'ente di previdenza dei consulenti del lavoro. È la modifica introdotta al «regolamento di esazione» decisa dai vertici della cassa «su richiesta dei ministeri vigilanti» come viene spiegato nel comunicato dell'assemblea dei delegati Enpacl che ha approvato il bilancio dell'ente. Il tasso di interesse da pagare per la dilazione è pari a 6 punti percentuali oltre il Tur (tasso di riferimento).
Si tratta di una possibilità innovativa per la categoria e per i suoi morosi: il monte crediti nei confronti di chi non paga i contributi (soggettivi e integrativi) ammontava nel 2008 a quasi 37 milioni; 1.783 i ricorsi per decreto ingiuntivo.
Il contributo medio della categoria è pari a 4mila euro. A fronte di una pensione media annua di 8mila 115 euro. Pensione che potrebbe essere più robusta grazie agli investimenti patrimoniali.
Sul versante mobiliare, però, Enpacl è inciampata in un paio di bond strutturati. Tra questi Anthracite in cui i consulenti del lavoro avevano investito 28 milioni di euro. Nell'udienza del 17 febbraio scorso, davanti alla commissione bicamerale di vigilanza sugli enti di previdenza, presidente e direttore generale dell'Enpacl, rispettivamente Vincenzo Miceli e Salvatore Magno, spiegarono che la fase di ristrutturazione di Anthracite era quasi terminata: «prima dell'estate», i 28 milioni sarebbero tornati nelle casse dell'ente. A oggi, Enpacl è ancora in attesa.
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