Una sostenibilità a scadenza breve – saldi negativi a partire dal 2034, meno della metà dell'orizzonte temporale richiesto dal Ministero – e un sistema fisso di contributi e prestazioni non più al passo con i tempi.
Per la cassa di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro (Enpacl) è arrivato il tempo delle scelte e dei grandi cambiamenti. «Dal settembre dello scorso anno – dice il presidente Alessandro Visparelli – stiamo studiando come ridirezionare la previdenza dei consulenti, direzione che già abbiamo individuato nel passaggio al sistema contributivo: rispetto alla situazione attuale, basata su un criterio di assoluta parità di trattamento e prima ancora di contribuzione, otterremo un riequilibrio nell'ottica dell'equità generazionale e anche della capacità contributiva dei singoli associati». Il sistema "contributo fisso = prestazione fissa" è messo in crisi dal rapporto tra professionisti attivi e pensionati, che attualmente è 3 a 1 ma in prospettiva appare molto probabilmente destinato a scendere.
Se è chiaro il risultato a cui l'Enpacl deve mirare, a oggi mancano però ancora i dati analitici su cui costruire la manovra: «Abbiamo chiesto all'agenzia delle Entrate i riscontri reddituali dei nostri iscritti – spiega Visparelli – per realizzare proiezioni attuariali attendibili; non abbiamo ancora ricevuto le risposte attese, ma sono fiducioso che riusciremo ad averle e a presentarci a giugno con una nuova impalcatura previdenziale, più equa, più solida e in grado di sostenere l'impatto delle nuove regole». Nel bilancio della cassa il patrimonio pesa per circa 600mila euro. «Si tratta ovviamente degli investimenti cui sono stati destinati gli avanzi di gestione – dice il presidente Visparelli – pertanto mi sembra corretto che siano tenuti in considerazione ai fini della valutazione della stabilità dell'ente».
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