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«Bonus» al medico che non sbaglia

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Lunedí 20 Agosto 2012

Polizze con bonus malus, un fondo per i maxi-risarcimenti alimentato dai medici e dalle imprese assicuratrici e una clausola di salvaguardia che tuteli i dottori che seguono le buone pratiche mediche e quindi non dovrebbero essere condannati se non nei casi di dolo e colpa grave.
Sono queste alcune delle misure che il ministero della Salute sta studiando per disinnescare la bomba delle assicurazioni nella sanità che - tra boom di denunce, polizze sempre più care e fuga delle imprese assicuratrici dal settore - rischia di scoppiare. Le misure a cui sta lavorando il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sono contenute in una bozza di decreto omnibus per la Sanità che interviene su diversi fronti - dai farmaci alle strutture per l'intramoenia fino al fascicolo sanitario elettronico - e che potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri, se sarà convocato, forse già questo venerdì. In questo "decretone" dovrebbero finire, come detto, anche le polizze sanitarie per le quali si vogliono introdurre dei contratti standard - dopo aver sentito Ania, Ordini e sindacati - che rispettino alcune procedure e requisiti minimi.
Per i medici, come per le altre professioni, l'assicurazione è infatti un must, anche se il vero e proprio obbligo ad assicurarsi - dopo una proroga approvata a inizio mese - scatterà per medici e professioni sanitarie non prima di un anno: «Oggi comunque, tra i medici, ce l'hanno praticamente tutti, lavorare senza copertura sarebbe da pazzi», avverte il presidente dell'Ordine di Firenze, Antonio Panti. Che promuove l'idea del ministro Balduzzi di fissare dei paletti, a cominciare dal bonus malus, che in pratica prevede un premio in aumento o in diminuzione in base ai sinistri commessi dai dottori: «Non è accettabile che un medico che magari non ha mai avuto richieste di risarcimento in vent'anni si trovi all'improvviso un ingente aumento ingiustificato della polizza come spesso accade oggi», spiega Panti. Giudizio «positivo» anche sull'idea di un Fondo che secondo la bozza di decreto dovrebbe garantire la copertura assicurativa per «definite categorie di rischio professionale». Alcune specialità mediche sono infatti più soggette ai rischi di denunce e maxi-risarcimenti e il Fondo, finanziato dagli operatori sanitari che lo richiedono e dalle imprese assicuratrici, dovrebbe assisterli: «Oggi alcuni ginecologi pagano anche 11mila euro l'anno per assicurarsi», spiega Panti. Che è invece molto più dubbioso sulla norma che prova a introdurre una sorta di clausola di salvaguardia per quei sanitari che nel loro lavoro si attengono a «protocolli diagnostici-terapeutici, a linee guida e buone pratiche elaborate - scrive la bozza - dalla comunità scientifica nazionale e internazionale»: in questi casi, recita il decretone, risponderebbero solo dei danni in caso di «dolo e colpa grave». «È una norma apparentemente risolutiva, ma rischia di legare le mani ai medici e ai giudici - avverte il presidente dell'Ordine dei medici di Firenze - perché in alcuni casi, anche se limitati, le linee guida non vanno bene e si deve essere liberi di curare diversamente».
Il fronte assicurazione è sicuramente uno dei più caldi per chi lavora nella Sanità. Ma novità per la professione in camice bianco - toccata molto marginalmente dall'ultima riforma generale delle professioni - sono attese anche dal Ddl delega su sperimentazioni cliniche e riforma degli Ordini delle professioni di medici, veterinari e farmacisti, fermo da tempo alla Camera dopo che il Senato l'ha approvato a settembre dell'anno scorso. L'ultima legge sull'Ordine dei medici risale a oltre mezzo secolo fa: da qui la necessità di una serie di interventi per metterlo al passo con i tempi. In pista nuove regole su aggiornamento professionale, deontologia, sanzioni disciplinari e anche la possibilità per gli specializzandi di formarsi negli ospedali pubblici e non solo più nei Policlinici universitari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI CHE SPIEGANO GLI ORDINI

400.149
Gli infermieri iscritti agli albi
Hanno superato da poco quota 400mila gli infermieri iscritti ai collegi Ipasvi (la Federazione nazionale dei collegi infermieri). Di questi almeno 300mila sono donne. In Lombardia il numero più alto di infermieri: 58.466

348.846
I medici attivi iscritti all'Ordine
Al 31 dicembre 2010, secondo l'ultimo censimento dell'Enpam, risultano quasi 350mila camici bianchi iscritti in attività, tra medici e odontoiatri: di questi 211mila sono uomini e 137mila donne

33.682
Le denunce di sinistro medico
Nel 2010, secondo l'ultimo rapporto dell'Ania, sono state quasi 34mila i sinistri denunciati, con un costo medio di 27.689 euro. Nel 2010 i premi pagati per assicurarsi sono ammontati a quasi 500 milioni

200.000
Operatori non regolamentati
Secondo i dati Conaps (Coordinamento nazionale professionisti sanitari) sono circa 200mila gli operatori nella sanità non inquadrabili in Albi o collegi. Tra questi i fisioterapisti, i logopedisti e i podologi


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Lunedí 20 Agosto 2012
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