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Conti, l'ombra di fondi ai partiti

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Sabato 03 Marzo 2012

ROMA
Finanziamento illecito ai partiti e corruzione. Sono le nuove ipotesi di reato al vaglio dei magistrati della Procura di Roma che indagano sulla maxi-plusvalenza da 18 milioni di euro realizzata il 31 gennaio 2011 dal senatore del Pdl, Riccardo Conti. Che in un solo giorno riuscì ad acquistare per 26,5 milioni uno storico palazzo in via della Stamperia 64, a due passi da Fontana di Trevi, dal Fondo Omega, all'epoca gestito dalla Fimit Sgr di Massimo Caputi, per rivenderlo dopo poche ore a 44,5 milioni all'Enpap, l'Ente di previdenza degli psicologi presieduto da Angelo Arcicasa.
Gli inquirenti, che finora hanno indagato contro ignoti per truffa e peculato, sospettano che l'operazione sia servita ad accumulare fondi destinati ad essere redistribuiti anche alla politica. Se tale ipotesi troverà conferma negli accertamenti del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, guidato dal generale Leandro Cuzzocrea, i pm procederanno alle prime iscrizioni nel registro degli indagati. Per finanziamento illecito o corruzione, a seconda dei casi. Ad alimentare i sospetti degli investigatori sono una serie di assegni staccati da Conti, tramite la società Edizioni di storia bresciana, in favore di diversi soggetti proprio in prossimità dell'affare di via della Stamperia. Finora ne sono stati accertati almeno quattro: uno da 1 milione intestato a Maria Simonetta Fossombroni, moglie del coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini; uno da 750mila euro alla società Alexa immobiliare, di cui è amministratore unico Giovanna Prandini, figlia dell'ex ministro democristiano dei Lavori pubblici, Gianni Prandini; uno da 1 milione a una istituzione religiosa di Brescia, la Fondazione opera per l'educazione cristiana; uno da 150mila euro a un soggetto ancora da identificare. Ma, confida una fonte vicina all'inchiesta, «il giro di soldi intorno a questo affare è molto più ampio: ci aspettiamo di trovare altre tracce di pagamenti».
Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Erminio Amelio intendono convocare in Procura, come testi, tutti i beneficiari dei pagamenti effettuati da Conti. A partire da Verdini. Al quale saranno chiesti chiarimenti sull'assegno da 1 milione staccato da Conti il 28 gennaio 2011 in suo favore. Il pagamento, ha già dichiarato Verdini, è legato «alle ben note vicende relative al Credito Cooperativo Fiorentino. Costretto a dimettermi dalla banca (era presidente, ndr) ho chiesto al senatore Conti, che di mestiere fa l'immobiliarista, la surroga con successivo impegno all'acquisto di un immobile gravato da mutuo. Tale operazione è stata formalizzata con tanto di relativi contratti e di caparra confirmatoria, il tutto perfezionato con l'assistenza di legali autorevoli e seri. Quando il senatore Conti ha deciso di ritirarsi dall'operazione ha dovuto versare un milione di euro a titolo di penale». Il contratto in questione, siglato a novembre 2010, prevedeva per Conti un impegno economico pari a 10 milioni, con la penale in caso di inadempimento.
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Sabato 03 Marzo 2012
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