Maria Carla De Cesari
Il "parlamentino" dell'Enpav, l'ente di previdenza dei veterinari, ha approvato, sabato, una riforma che si incardina sull'aumento del contributo soggettivo – in 16 anni si dovrebbe passare dal 10 al 18% – e sull'innalzamento dell'età per la pensione di anzianità. In otto anni per il trattamento saranno richiesti 68 anni di età e almeno 35 di contributi.
L'intervento dei veterinari – passato a larghissima maggioranza, precisa il presidente dell'Enpav, Gianni Mancuso, «su 96 presenti, un contrario e tre astenuti» – segue quello della Cassa forense e di Inarcassa, l'ente di ingegneri e architetti. La necessità della riforma coinvolge, tra gli altri, anche l'Enpacl, che cura la previdenza dei consulenti del lavoro, e propositi sono coltivati anche dai geometri (si veda articolo in basso).
Cambiano naturalmente le ricette, a seconda della situazione demografica e delle prospettive di categoria, ma il dibattito sull'opportunità di monitorare le variabili previdenziali e di introdurre per tempo correzioni di struttura è aperto. Basti dire che è stata l'insistenza dell'Aiga, l'Associazione dei giovani avvocati, a indurre il ministero del Lavoro a contestare alla Cassa forense l'eccessiva gradualità dell'intervento, in particolare l'innalzamento dell'età pensionabile fino a 70 anni. La via d'uscita potrebbe essere quella di anticipare il nuovo requisito di tre anni, al 2024, anziché al 2027.
Inarcassa ha finora toccato la leva delle pensioni di anzianità, con requisiti più severi (occorrerà raggiungere quota 98 nella somma tra età e contributi versati), insieme con l'aliquota soggettiva al 14,5% in quattro anni (ora è il 10%), e con il raddoppio del contributo sul volume d'affari.
«La necessità della riforma – spiega il presidente dell'Enpav, Mancuso – parte dalla Finanziaria 2007, che ha imposto alle Casse controlli più severi. Con questo intervento la Cassa raggiunge gli obiettivi imposti dalla legge, con bilanci in equilibrio almeno fino al 2043. Nello stesso tempo cerchiamo di non comprimere le prestazioni».
La riforma prevede il superamento della distinzione tra pensione di anzianità e di vecchiaia; viene infatti prevista una pensione unica e flessibile che consente di andare in pensione a un'età compresa tra i 60 e i 68 anni, con almeno 35 anni di contributi. Sono introdotti coefficienti di "neutralizzazione" dell'importo della pensione per coloro che scelgano di accedere al trattamento in via anticipata, con un'età inferiore ai 68 anni. Nessuna riduzione viene applicata con 40 anni di iscrizione e almeno 60 anni di età. Nello stesso tempo, fatto salvo quanto maturato, sono diminuite le aliquote di rendimento per il calcolo delle prestazioni. Ora la parola passa ai ministeri del Lavoro e dell'Economia.
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Gli interventi
Veterinari
Viene prevista una pensione unica e flessibile che consente di andare in pensione a un'età tra i 60 e i 68 anni, con almeno 35 anni di contributi (nell'arco di otto anni). Sono introdotti coefficienti di riduzione dell'importo della pensione per coloro che scelgono di accedere al trattamento pensionistico prima dei 68 anni. Il contributo soggettivo obbligatorio viene portato (in 16 anni) al 18%
Avvocati
L'aliquota soggettiva dovrebbe passare dal 12 al 13%; inoltre, gli iscritti sono tenuti a versare un contributo dell'1% che va a formare una quota di pensione determinata con il sistema contributivo. Questa quota sarà arricchita con versamenti volontari fino al 9 per cento. Il contributo sul volume d'affari dovrebbe raddoppiare dal 2 al 4 per cento. I requisiti per la pensione di vecchiaia diventano più stringenti: con gradualità il trattamento dovrebbe essere subordinato al compimento di 70 anni, con 35 anni di contributi. Il testo approvato fissa al 2027 la data dalla quale i nuovi requisiti andranno a regime. L'importo della pensione calcolato con il metodo retributivo sarà determinato sulla media di tutti i redditi dichiarati con l'eccezione dei peggiori cinque
Inarcassa
Per il pensionamento di anzianità sono previste quote, date dalla somma tra età e anzianità contributiva. A regime sarà richiesta almeno quota 98. Fissata una riduzione della pensione in base all'età di pensionamento (dal 17,3% per i 58 anni al 3% per i 64 anni). L'aliquota soggettiva passerà al 14,5% nell'arco di quattro anni