«Se la richiesta arriva dal Parlamento, nessun problema a consegnare gli elenchi degli inquilini delle case dei nostri enti». È stata questa in sintesi la risposta unanime dei presidenti delle Casse di previdenza interpellati ieri dal «Sole 24 Ore», dopo che dalle stesse pagine del quotidiano il presidente della commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, Giorgio Jannone, aveva annunciato di voler chiedere alle Casse di fornire le liste degli affittuari.
Ma quando si tratta si rendere trasparente gli atti di gestione, anche il singolo iscritto ai diversi enti previdenziali (sia pubblici sia privati) ha diritto di accedere ai documenti amministrativi per verificare la corretta gestione e la salvaguardia del patrimonio che in futuro deve garantirgli la pensione. «Nel mio caso – afferma Franco Picchi, odontoiatra iscritto all'Enpam (Cassa dei medici) – dopo aver fatto a vuoto varie domande di accesso agli atti al direttore generale, al presidente, al collegio sindacale e all'organismo di vigilanza della Fondazione, mi sono rivolto alla commissione per l'accesso ai documenti amministrativi presso la presidenza del Consiglio. E con il pronunciamento 7243 del 6 maggio 2009 l'organismo ha ritenuto fondato il mio ricorso». Per la commissione di Palazzo Chigi, anche in virtù della precedente giurisprudenza, deve essere garantito ai richiedenti l'accesso ai documenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o per difendere i propri interessi giuridici. «Dopo tale pronunciamento e dopo l'ennesima diffida al direttore generale dell'Enpam – continua Picchi -, il 18 novembre scorso sono riuscito ad avere copia dei documenti che mi interessava visionare così da verificare alcune operazioni di gestione condotte dai vertici dell'ente».
Diverso, invece, l'esito di un ricorso presentato alla stessa commissione da parte di un iscritto all'Epap (attuari, chimici, agronomi e geologi). «Il mio ricorso è stato per il momento respinto – spiega Giovanni Ventura Bordenca, presidente del sindacato dei geologi siciliani (Singeolp) – ma solo perché è stato presentato oltre i 30 giorni previsti successivi alla piena conoscenza del provvedimento impugnato. Il 4 febbraio scorso ho presentato l'ennesima richiesta di visionare le delibere e i verbali del cda relativi ad alcuni investimenti dell'ente. Adesso sono in attesa di risposta e in caso di diniego mi rivolgerò di nuovo alla commissione di Palazzo Chigi. Ma questa volta entro i termini previsti».
Nel merito la commissione, anche in altre vicende, ha finora ritenuto irrilevante la natura pubblica o privata del soggetto destinatario di un'istanza di accesso agli atti, spostando l'attenzione sull'attività realmente svolta. In particolare, sono stati ritenuti accessibili i documenti relativi ad attività privatistiche svolte nell'interesse pubblico ed improntate al canone d'imparzialità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA