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Avvisi «pazzi» dall'Inps ai professionisti

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Sabato 22 Giugno 2013


ROMA
«Gentile signore, da una verifica è risultato che Lei ha dichiarato, per l'anno 2007, un reddito da lavoro autonomo derivante dall'esercizio abituale di arti o professioni». Inizia così la comunicazione che l'Inps ha inviato in questi giorni a un numero imprecisato di professionisti, per chiedere di pagare cifre che arrivano a svariate migliaia di euro. Ma spesso sono somme non dovute: i destinatari le hanno già regolarmente versate alle loro casse previdenziali di categoria.
Eppure la lettera dell'Inps (che è un provvedimento di irrogazione di sanzioni e viene notificata con raccomandata) afferma che l'ente ha «verificato che tale reddito non è stato assoggettato a contribuzione obbligatoria in favore di altri Enti o Casse previdenziali». Per questo l'Inps iscrive d'ufficio i destinatari alla propria gestione separata, con decorrenza 1° gennaio 2007.
Questo ha provocato le proteste del Consiglio nazionale dei chimici, il cui presidente Armando Zingales si domanda come sia stato possibile l'errore: «Dal 1999, i chimici, come i geologi, gli agronomi, gli attuari e i forestali, devono essere iscritti all'Epap e versarvi i contributi per il loro reddito da lavoro autonomo, sia nella libera professione sia nel lavoro dipendente. E l'Epap, in base al decreto ministeriale del 4 febbraio 2005, invia ogni mese al casellario Inps tutte le informazioni sulla posizione contributiva dei propri iscritti».
Dunque, non è chiaro come siano state effettuate le verifiche. Si sa soltanto che all'Inps sono a conoscenza del problema e che stanno annullando le richieste immotivate.
Zingales però non è soddisfatto: «È necessario individuare i responsabili di questa pessima gestione amministrativa che, oltre a comportare danni e costi a carico di ignari professionisti innocenti destinatari delle intimazioni di pagamento, hanno anche causato un probabile danno erariale, sia per l'invio delle richieste indebite, sia per far fronte al contenzioso che ne è scaturito».
Stando al testo della lettera, per far annullare il provvedimento si può presentare un ricorso amministrativo all'Inps. Lo si può fare solo telematicamente, con la procedura disponibile nella sezione Servizi online nel sito web www.inps.it. Ma per riuscirci occorre farsi rilasciare dall'Inps un codice Pin.
Nella pratica, però, recandosi negli uffici dell'ente si trova personale già al corrente della situazione e pronto a far riempire un semplice modulo di richiesta annullamento, che viene poi inoltrato alla sede centrale di Roma. Per poter chiudere la vicenda con una sola andata agli sportelli occorre presentarsi con un estratto conto della propria situazione previdenziale, da cui si evincano i versamenti effettuati per il 2007. Molte casse previdenziali di categoria danno la possibilità di scaricarlo dai propri siti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sabato 22 Giugno 2013
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