«Abbiamo fatto una scelta di trasparenza. E poi volevamo un controllo autonomo ed esterno del nostro patrimonio mobiliare». Maurizio Dal Santo è il presidente della cassa di previdenza degli spedizionieri (Fasc). L'ente, nell'estate dello scorso anno, ha deciso di dotarsi della banca depositaria.
Com'è cambiata la gestione del patrimonio?
La banca invia un report settimanale ai nostri uffici interni e mensile per il cda. È di certo migliorata la conoscenza finanziaria del nostro patrimonio.
E i risultati dei gestori?
Questo nuovo servizio ci consente di sapere se i gestori del patrimonio rispettano o meno i vincoli del mandato. Inoltre viene realizzata una valutazione del rischio.
Anche dei bond strutturati e illiquidi?
Sì anche di quelli. Inoltre, la banca depositaria dà pure un prezzo ai titoli illiquidi.
I gestori hanno accettato la novità?
Sì anche se un istituto italiano, Montepaschi, ha rifiutato di accettare l'adozione della banca depositaria centralizzata. Con loro i rapporti restano ottimi ma abbiamo dovuto chiudere la gestione patrimoniale monetaria (gpm) che avevamo con loro.
Il patrimonio immobiliare è escluso dal servizio?
Sì. Per il mattone abbiamo una società nostra, Fasc immobiliare.
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