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Il Piemonte rilancia il piano casa

di Maria Chiara Voci

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Mercoledí 19 Maggio 2010

Un percorso sperimentale, per la revisione della legge urbanistica 56 del 1977, che incentiverà i Comuni più grandi e più attivi a seguire la strada della pianificazione strategica, senza però obbligare le amministrazioni più piccole o quelle che hanno appena rinnovato il proprio Piano regolatore a modificare gli strumenti già approvati di governo del territorio. Di pari passo, una modifica alla recente legge 20/2009 sul piano casa, per riportare il provvedimento nei binari immaginati dal Governo Berlusconi di rilancio anticongiunturale dell'edilizia.
È il doppio obiettivo a cui sta lavorando il neo-assessore all'Urbanistica e Opere pubbliche, Ugo Cavallera per rispondere alle sollecitazioni del mondo imprenditoriale e far ripartire il settore delle costruzioni. Le principali richieste sono state riassunte dalle categorie in un progetto di legge che è stato sottoscritto, in modo compatto, da tredici associazioni (costruttori e imprenditori, artigiani e commercio). Il documento è stato consegnato al nuovo assessore lo scorso 20 aprile, poche ore dopo la prima riunione della Giunta Cota e nel corso di un convegno organizzato da Ance e Confindustria per riflettere su vent'anni di tentate riforme urbanistiche.
La linea scelta da Cavallera per la revisione della legge 56/1977 sembra, dalle premesse, in sintonia con quanto auspicato dal settore edile, preoccupato dall'"effetto stallo" che un cambio troppo netto delle regole avrebbe potuto produrre nel mezzo di una pesante crisi economica. La Regione non darà vita a una rivoluzione epocale per mettersi al passo con gli altri territori italiani (come invece sarebbe successo se fosse stato approvato il disegno di legge proposto dall'esecutivo Bresso, ma naufragato in aula a pochi giorni dal termine della legislatura), ma procederà a una "manutenzione" della normativa vigente, lasciando però liberi i Comuni di innovare la propria disciplina urbanistica.
«Nella pur doverosa riforma della legge urbanistica – spiega Cavallera – s'impone il rispetto della realtà operativa dei Comuni, anche se accompagnato da una buona dose di coraggio innovativo. Non imporremo obblighi generalizzati, ma un percorso sperimentale attraverso il quale testare la strada della pianificazione strategica, individuando chiaramente una serie di vantaggi in sede attuativa per le amministrazioni che vorranno fare da apripista».
È di soddisfazione la prima reazione delle associazioni datoriali. «Si tratta – commenta Livio Dezzani, responsabile per l'Urbanistica di Confindustria Piemonte – di un vero percorso di innovazione, che non impone obblighi, ma incentiva le iniziative e che ben si applica alla realtà piemontese; in cui la quasi totalità delle amministrazioni, con l'eccezione di 4 piccoli comuni, ha approvato un piano regolatore, ma in cui le circa 6mila varianti parziali approvate negli ultimi dieci anni riguardano, per il 38% dei casi, il territorio di 132 amministrazioni, più attive delle altre e concentrate soprattutto fra la provincia di Torino e Cuneo».
L'altra richiesta forte delle associazioni di categoria riguarda una rivisitazione del piano casa per il rilancio dell'edilizia: a più di sei mesi dall'operatività della legge 20/2009, approvata lo scorso anno dal Consiglio regionale, gli interventi di ampliamento del 20% delle case uni-bifamiliari e, soprattutto, quelli di demolizione e ricostruzione con bonus di cubatura sono ancora pochi e al di sotto delle aspettative del territorio. Fra le principali richieste di modifica spicca una maggiore incentivazione delle sostituzioni, che rappresentano il futuro e l'alternativa per evitare di consumare nuovo suolo, la formulazione di nuovi parametri di sostenibilità energetica (l'attuale legge chiede a fronte degli incrementi di volumetria un abbattimento dei consumi del 40% per l'intero fabbricato), la possibilità di frazionare le case ampliate in più unità abitative, l'estensione dell'aumento di superficie anche ad altre tipologie oltre al residenziale.
«La legge – conferma Cavallera – sarà modificata in un orizzonte temporale breve, che potrebbe essere già la fine dell'estate. Sia gli ampliamenti che le demolizioni e ricostruzioni dovranno essere guardati con simpatia e attenzione, visto che permettono un'importante riqualificazione del tessuto esistente. Ridurremo il più possibile i paletti che oggi rendono il provvedimento di difficile attuazione».

LE RICHIESTE

Il documento. Tredici associazioni datoriali del Piemonte hanno elaborato alcune richieste (formulate nella forma di un Pdl) per la nuova giunta. Questi i firmatari: Confindustria, Confapi, Confcommercio, Ance, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti, Confcooperative, Legacoop, Cia, Coldiretti, Confagricoltura

Urbanistica. Si chiede l'introduzione di un nuovo percorso sperimentale che incentivi i comuni più attivi ad avviare una pianificazione strategica, senza obbligare le amministrazioni a cambiare le regole; di estendere il meccanismo di co-pianificazione introdotto dalla legge 1/2007 per l'approvazione delle varianti strutturali anche al percorso di approvazione dei piani regolatori

  CONTINUA ...»

Mercoledí 19 Maggio 2010
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