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Scudo fiscale 2009: notizie e aggiornamenti

 
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Al via i controlli sugli istituti nelle aree «calde»

di Antonio Criscione

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27 ottobre 2009

Un piano di controllo per verificare la trasmissione all'archivio dei conti dei dati che gli intermediari sono obbligati a trasmettere all'anagrafe tributaria. Da quanto risulta al Sole 24 Ore i controlli, pronti a partire, dovrebbero interessare gli intermediari finanziari che hanno filiali nelle zone limitrofe ai cosiddetti "paradisi fiscali" vicini all'Italia (Svizzera, San Marino, Montecarlo) o in grossi centri di interesse economico finanziari.
L'operazione arriverebbe così all'indomani della circolare dell'agenzia delle Entrate che ha fissato per le banche il compito di trasmettere all'archivio dei conti anche i dati relativi ai conti detenuti all'estero in filiali di banche italiane. Anche se al momento non risulta ancora se le Entrate abbiano fissato i tempi per la comunicazione dei dati di questo tipo in possesso degli istituti di credito.
È verosimile che i dati raccolti dai verificatori saranno poi confrontati con quelli in possesso dell'anagrafe tributaria, per controllare infedeltà (totali o parziali) dei dati comunicati. In caso di violazioni, ovviamente, gli istituti si esporranno alle sanzioni previste dalla legge, che possono arrivare fino a 20mila euro (con il rischio di cumulo se le sanzioni dovessero essere inflitte da uffici fiscali diversi).
In ogni caso un intervento di "vigilanza" sugli istituti di credito, in tempo di scudo fiscale, sembra destinato a dare forza allo strumento delle indagini finanziarie a cui sempre più l'agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza fanno riferimento per gli accertamenti dell'evasione fiscale.
Con le indagini, infatti, è spesso facile trovare quegli «ulteriori elementi» che servono a corroborare un accertamento, sia esso fatto con lo strumento del redditometro o degli studi di settore. L'archivio dei rapporti con gli intermediari finanziari contiene, infatti, l'elenco di tutti i rapporti tra contribuenti e – appunto – intermediari. La banca dati non contiene direttamente il contenuto dei conti o degli altri rapporti, ma serve per individuare a chi gli organi verificatori devono rivolgersi fare un'indagine su un contribuente. Con le comunicazioni per via telematica, poi, l'acquisizione dei dati "concreti" ha tempi molto veloci. Gli stessi controlli dell'amministrazione finanziaria sono molto più rapidi perché un software elaborato a questo scopo "ripulisce" i dati dei conti da operazioni non sospette (per esempio pagamento di bollette e movimenti legati alla vita personale dell'«indagato»).
Con il tempo, peraltro, l'archivio si è andato arricchendo di dati ulteriori rispetto a quelli originariamente previsti. Per esempio si sono aggiunte le deleghe su conti altrui e le operazioni fuori conto (di cui, però, viene comunicata solo la prima per ciascun anno, perché la «filosofia» dell'archivio è quella di essere un'anagrafe). E, successivamente, con l'apertura ai conti delle filiali di banche italiane all'estero (circolare 42/E del 2009, si veda «Il Sole 24 Ore» del 25 settembre), l'archivio ha messo le mani anche su dati finora "sconosciuti" all'amministrazione italiana.

27 ottobre 2009
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