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Zlatan Ibrahimovic - Svezia

di Dario Ricci

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Zlatan Ibrahimovic (Ap)

Un gol da cineteca (quello di Van Basten, campione cui oggi viene spesso paragonato, all'Unione Sovietica nella finale di Euro88) come fonte continua d'ispirazione; un colpo di tacco e una "torta" (quella avvelenata preparata con la Danimarca per eliminare da Euro2004 l'Italia del Trap), un tendine rotuleo che lo fa impazzire, la doppietta di Parma che ha regalato all'Inter il 16esimo scudetto della sua storia nell'anno del Centenario, un futuro che fino al 2013 sarà a San Siro, per la modica cifra di 11 milioni di euro l'anno...E' piena di pensieri e ricordi la valigia che Zlatan Ibrahimovic si porta agli Europei di Austria e Svizzera. Sicuro, comunque vada, sarà sempre e comunque lui l'uomo faro della Svezia, che punta sulle sue giocate da fuoriclasse per provare a conquistare un ruolo d'eccellenza nell'elite continentale

Stagione a due volti – Quella di "Ibra" è stata una stagione a doppia velocità: fortissima nella prima parte dell'anno, con 13 gol, con 5 doppiette e 5 rigori, a trascinare l'Inter verso la fuga in campionato e la qualificazione alla fase a scontri diretti della Champions League. Poi dal 20 gennaio (giorno del gol decisivo nel recupero di un contestatissimo Inter-Parma) il forte rallentamento, con appena due gol (su rigore) segnati con Empoli e Reggina, e le contro-prestazioni contro il Liverpool, nella sfida che ha sancito l'eliminazione dei nerazzurri proprio da quella Champions che era il trofeo più ambito, per la società di via Durini, nell'anno del Centenario. Il 29 marzo poi, a Roma contro la Lazio, lo stop, causa il dolore al tendine rotuleo del ginocchio sinistro che da quel momento ha richiesto terapie specifiche e continuative per permettere a Zlatan di evitare (per ora) l'intervento chirurgico e scendere in campo prima per firmare lo scudetto nerazzurro a Parma, e poi a Euro2008. Gran parte del merito va ad Hakan Alfredsson, luminare svedese che ha seguito giorno dopo giorno il recupero di Zlatan

Chi di tacco ferisce.... - .....di rigore viene eliminato, si potrebbe dire, parafrasando il vecchio adagio. Motto che ben si adatta alla parabola della Svezia di Ibrahimovic agli ultimi Europei. Il colpo di tacco con cui Zlatan battè Gigi Buffon (e Christian Vieri appostato sulla linea di porta) siglando l'uno a uno tra Italia e Svezia in una sfida dominata dagli azzurri (e segnata da un gol prodezza di Cassano) fu il primo passo verso l'addio dell'Italia di Trapattoni da Euro2004. Il secondo, di passo, vide ancora gli svedesi protagonisti: mentre gli azzurri superavano a fatica la Bulgaria nell'ultima gara del girone, danesi e gialloblù a Oporto "intortavano" il 2 a 2 che sanciva la qualificazione delle due compagini scandinave a danno degli italiani. Sarà proprio Ibrahimovic però, a diventare il controeroe della spedizione svedese in Portogallo, fallendo nella gara dei quarti di finale contro l'Olanda il calcio di rigore decisivo, che segnerà l'eliminazione svedese e la qualificazione arancione alle semifinali. E dire che, da quel giorno, Zlatan è diventato un rigorista (quasi) infallibile...

Legato a un tendine – carattere duro, combattivo, quello di Ibrahimovic in campo. Giocatore che unisce classe sopraffina a potenza atletica fuori dal comune, ma anche spigolosità caratteriali che spesso lo hanno portato a duri scontri non solo con gli avversari, ma anche con i propri allenatori (vedi prima Capello alla Juventus, poi Mancini all'Inter). Campione di poche parole, amante della vita familiare in compagnia della sua Helena e dei loro due bambini, asso che quasi si ostina a ignorare quasi del tutto l'italiano (almeno nelle occasioni ufficiali), come a volersi così proteggere dall'invadenza dei media nostrani, Ibra sa che il suo rendimento in Austria e Svizzera è strettamente legato alle condizioni del suo tendine. In costante miglioramento, visto quello che è riuscito a fare lo svedese in poco più di mezz'ora in campo in quel di Parma...

Gemelli diversi – A Euro 2008 Zlatan farà molto probabilmente coppia in attacco con quello che in questi ultimi anni è stato il suo più efficace partner offensivo in maglia gialloblù, cioè quell'Henrik Larsson che a 36 anni e dopo aver scritto pagine indimenticabili nella storia di club come Celtic Glasgow e Barcellona, aveva deciso di ritornare a giocare nel più tranquillo campionato svedese, con la maglia dell'Helsingborg. Ebbene, il vecchio Henrik si è dimostrato ancora all'altezza della sua fama di bomber, tanto da convincere il cittì Lagerback a regalargli un' altra opportunità con la maglia della Nazionale. Coppia affiatata e ben assortita, quella tra Zlatan e Henrik, cui sono affidate gran parte delle fortune della spedizione continentale degli scandinavi

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