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Polonia

di Lara Vecchio

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La Polonia nel 1938 disputò il suo primo mondiale e fu eliminata agli ottavi di finale, da un Brasile che rischiò di capitolare, poi si impose 6-5. Sparì dal palcoscenico internazionale per riproporre la sua presenza nel 1974 quando si impose come una bella sorpresa insieme all'Olanda, avendo superato a punteggio pieno il suo girone ed eliminando tra l'altro la nazionale azzurra. Vinse anche le prime due partite del girone di semifinale, perdendo solo contro la Germania Ovest padrona di casa. A fine torneo superò il Brasile nella finale per il terzo posto. Niente Europeo nel 1976 e fuori nel girone di semifinale nel 1978 . Fumata nera anche nel 1980, ma si rifece in Spagna, nel 1982 conquistando il terzo posto. Nel 1986 fu eliminata agli ottavi di finale prima di sparire per 16 anni e rispuntare, vincendo il suo girone ai mondiali 2002. Dopo due partite perse lascia il Mondiale di Germania perdendo 2-0 contro l'Ecuador e 1-0 contro la Germania. Inutile la vittoria per 2-1 sulla Costa Rica. I suoi primi Europei saranno proprio quelli di Austria e Svizzera.

La qualificazione a Euro 2008
Nel proprio girone eliminatorio per Euro 2008 la Polonia ha conquistato un prestigioso primi posto piazzandosi davanti al più quotato Portogallo. Nonostante l'inizio in salita, con una netta sconfitta in casa contro la Finlandia, seguita da un pareggio casalingo contro la Serbia, gli uomini di Beenhakker sono riusciti a raggranellare 28 punti nelle 14 partite del girone. Risultati decisivi per la vittoria del girone di qualificazione sono stati la vittoria casalinga per 2 a 1 contro il Portogallo, le due vittorie contro il Belgio, e i successivi pareggi in Portogallo e in Serbia, quest'ultimo decisivo per la qualificazione.

Il ct Beenhakker
Leo Beenhakker, olandese, porta in dote sulla panchina polacca tutta la sua grande esperienza. Sarà il ct più anziano fra i colleghi che guideranno le partecipanti al campionato europeo. Si è fatto le ossa allenando le più grandi squadre d'Europa: Ajax, Feyenoord, Real Madrid, Real Saragozza, la nazionale olandese ma , come un vero cittadino del mondo, ha accettato anche gli incarichi alla guida dell' Arabia Saudita e della Nazionale di Trinidad e Tobago, proprio nel 2006 in Germania. Subito dopo quell'edizione, ha preso in mano le sorti della federazione polacca guidando la squadra alla sua prima qualificazione a un Europeo.

Il gruppo
Polonia Portieri: Artur Boruc (Celtic Glasgow), Lukasz Fabianski (Arsenal), Tomasz Kuszczak (Manchester United);
Difensori: Jacek Bak (Austria Vienna), Pawel Golanski (Steaua Bucarest), Mariusz Jop (FK Mosca), Adam Kokoszka (Wisla Cracovia), Marcin Wasilewski (Anderlecht), Jakub Wawrzyniak (Legia Varsavia), Michal Zevlakov (Olympiakos);
Centrocampisti: Jakub Blaszczykowski (Borussia Dortmund), Dariusz Dudka (Wisla Cracovia), Lukasz Gargula (GKS Belchatov), Roger Guerreiro (Legia Varsavia), Jacek Krzynowek (Wolfsburg), Mariusz Lewandowski (Shakhtar Donetsk), Rafal Murawski (LP), Michal Pazdan (Gornik Zabrze);
Attaccanti: Wojciech Lobodzinski (Wisla Cracovia), Marek Saganowski (Southampton), Ebi Smolarek (Racing Santander), Tomasz Zahorski (Gornik Zabrze), Maciej Zurawski (Larissa)

La tattica
Molte novità in vista nella formazione di Beenhakker che ha deciso di operare una sostanziosa rivoluzione in occasione dei prossimi europei. Artur Boruc , portiere del Celtic, sarà verosimilmente il titolare tra i pali. Tutti si aspettavano la convocazione di Bronowicki in difesa e Matusiak per l'attacco , ( soprattutto dopo i tre gol nel girone di qualificazione) che invece sono rimasti a casa così come Radosław Majewski, il regista che già era invece in odore di bocciatura. Beenhakker vuole una squadra veloce e illuminata dal capitano fantasista Zurawski. Per questo ha scelto due ali come Błaszczykowski e Krzynówek, che, nel 4-4-2, saranno affiancati da due centrocampisti di contenimento che dovrebbero essere Dudka e Lewandowski, un po' forzato in quel ruolo ma di affidabile esperienza. Difesa tutta da inventare sulla base delle condizioni fisiche ma rigorosamente a quattro.

Il campione simbolo
L'icona simbolo del calcio polacco è Wlodzimierz Lubanski , miglior realizzatore della nazionale polacca, con 50 gol in 80 partite. Nella storia polacca viene ricordato come il più giovane esordiente del suo paese: a 16 anni, ha messo anche il suo zampino nella partita vinta 9-0 sulla Norvegia. Una carriera costellata da vari infortuni che non gli hanno impedito di vestire la maglia della nazionale per 17 stagioni. Lubanski ha mosso i primi passi con il PA Nova Gliwice, ma ha trascorso gran parte della sua carriera con il Górnik Zabrze, squadra con la quale ha vinto sette campionati polacchi ed è stato capocannoniere per quattro anni consecutivi, dal 1966 al 1969.
Nel 1970 conquista l'accesso alla finale della Coppe delle Coppe contro il Manchester City, con la maglia del Gornik. Lubanski sconfitto, conquista comunque il titolo di miglior realizzatore, con sette gol, nelle competizioni UEFA per squadre di club di quell'anno.
  CONTINUA ...»

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