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Scatta il conto alla rovescia per la Spagna. Donadoni: «Possiamo battere chiunque»

di Massimo Donaddio

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18 giugno 2008

Neanche il tempo di godersi la favolosa vittoria contro la Francia e l'incredibile passaggio del turno che già scatta la rincorsa ai quarti di finale. Comincia l'attesa per Italia-Spagna, match austriaco dal sapore latino, con due protagoniste però profondamente diverse dal punto di vista del gioco: palleggio, tecnica, velocità e attacco micidiale per le Furie Rosse; esperienza, concentrazione, forza fisica, sapienza difensiva, organizzazione e talenti individuali per gli Azzurri (tutte qualità da continuare a confermare sul campo, naturalmente). Il conto alla rovescia è già iniziato, comunque, e la stampa spagnola, per scaldare la vigilia, come tradizione, ci riporta all'ultimo importante confronto tra le due Nazionali e alla gomitata di Tassotti a Luis Enrique ai mondiali di Usa '94. «Noi non dimentichiamo», scrive il quotidiano spagnolo Marca, come a dire: attenzione Azzurri, stiamo preparando la vendetta.

Il sorriso del ct: «Accettiamo gente sul carro dei vincitori»
Mister Donadoni, finalmente, esce dalla sua trincea e in conferenza stampa osa l'affondo: «Questa Italia può battere chiunque. Ci sono state sofferenze ed errori, ma anche nella partita con l'Olanda avevo rivisto cose positive». Dalle parole del ct emerge qualcosa anche del suo rapporto con i giocatori, un rapporto rinsaldato evidentemente dalla vittoria ma che Donadoni ritiene forte da tempo (come confermato anche dalle dediche indirizzategli da alcuni Azzurri): «Il migliore attestato della loro stima è il divertimento che mostrano nella fatica. Loro vedono in me non solo l'allenatore, ma qualcosa in più. A qualcuno non piace, ma a me va bene così». Un rapporto e un metodo da mettere alla prova, certo, ma anche da rispettare, specie se arrivano dei risultati. Un concetto che il ct onestamente ribalta anche quando fa intendere che avrebbe rassegnato le dimissioni in caso di eliminazione prematura dal torneo.

Plaude al successo anche il presidente della Federcalcio Abete, che parla di recupero dello "spirito mondiale", quest'aura di imbattibilità che gli Azzurri dovrebbero sempre portarsi dietro: «Sono orgoglioso di questi ragazzi per quello che hanno fatto e per quello che stanno facendo. Ora ripartiamo da qui e siamo felici, perché il nostro Europeo dipende solo da noi». Puntualizza ancora il ct, che non ne può più di dover fare sempre i conti il predecessore Lippi: non conosco lo "spirito mondiale", ma conosco lo spirito di questi ragazzi. Del suo gruppo, finalmente. Poi una frecciatina - con grande stile, in verità - per la stampa, che in questi giorni ha giocato al massacro: «Quando si vince, c'è una certa tendenza a dover accettare gente sul proprio carro. Ma noi lo facciamo volentieri». E anche i giornalisti criticoni sono serviti.

Lo spagnolo Aragones: «Mai fidarsi dell'Italia»
Mostra grande rispetto per il suo prossimo avversario il ct spagnolo Aragones, grande vecchio del calcio iberico, alla luce della prestazione di ieri degli Azzurri: «Forse l'Italia non è in un gran momento -dice Aragones a Radio Marca- ma non è il caso di fidarsi. Gli italiani lottano come nessun altro: possono anche star male, ma possono sempre complicarti la vita. E se stanno bene ti battono». Tutto sommato sarà una partita aperta: le Furie Rosse vogliono fare il colpaccio con i campioni del mondo, e secondo Aragones «l'Italia ha problemi in attacco, anche se è molto forte in difesa». Gli iberici punteranno particolarmente sugli attaccanti Fernando Torres e David Villa (in forma gol smagliante), e su un centrocampo di qualità che proverà a prendere il controllo della partita. Senza Gattuso e Pirlo Donadoni dovrà inventarsi qualcosa di nuovo. Se Massimo Ambrosini è già pronto a scendere in campo, il ct dovrà stabilire chi sostituirà il regista del Milan: Aquilani sarebbe il rincalzo naturale; in alternativa ci sono Perrotta, Camoranesi, ma anche Di Natale, pronti, come sempre, a fare la loro parte.

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