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Riesce il miracolo Donadoni: Azzurri ai quarti con l'Olanda

dall'inviato Massimo Donaddio

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18 giugno 2008
Andrea Pirlo esulta dopo il rigore, primo gol degli azzurri (INFOPHOTO)

ZURIGO - Ci voleva un po' di sano fattore C. Sì perché, al di là dell'impegno e della concentrazione, visibile, dei ragazzi di Donadoni, la qualificazione sembrava davvero un miraggio. Prima bisognava battere la Francia, avversario di mille duelli all'arma bianca, poi bisognava sperare che l'Olanda non si facesse vincere dalla Romania, ossia non cedesse alla tentazione del "biscotto", o quanto meno del relax prima dei meritati quarti. Ebbene, successo su tutta la linea: vittoria per 2 a 0 degli Azzurri a Zurigo, vittoria – tanto per non perdere l'abitudine – degli Oranje a Berna contro gli ostici rumeni, che hanno pregustato un po' troppo in anticipo ricche colazioni a base di biscottini italiani e spremute d'arancia olandesi. Invece, torneranno a casa, come gli spennati galletti francesi.
Alzi la mano chi avrebbe puntato seriamente sulla Nazionale di Donadoni fino alle 20.45 di ieri sera. Troppe variabili da allineare, alcune, purtroppo, non controllabili. E qui torna in causa il fattore C, riassumibile nel seguente concetto: quello che la sorte (gli arbitri, le occasione mancate e via dicendo) ci aveva tolto nelle prime due partite, ce lo ha restituito con gli interessi. Fondamentali gli episodi accaduti all'inizio del primo tempo e che hanno condizionato tutta la gara: l'uscita per infortunio di un giocatore temibile come Franck Ribery, per uno scontro fortuito con Zambrotta al 7' e il fallo da dietro in area di rigore di Abidal su Luca Toni al 23', da cui è scaturito il rigore trasformato da Andrea Pirlo. Francesi sotto di un gol dopo venti minuti, con un uomo in meno e senza uno dei migliori: qui inizia il tracollo per la squadra di Domenech, che tenta di lottare, di ribellarsi al destino, ma che soccomberà presto anche nel gioco a un'Italia più sicura dei propri mezzi. Il colpo del k.o. arriva nel secondo tempo, al 62' con un gol su punizione calciata da Daniele De Rossi e deviata dalla barriera dei Bleus. Ma al di là dei singoli episodi la Nazionale azzurra, forte della superiorità numerica, ha avuto buon gioco nell'imporsi e nel proporsi con maggiore determinazione in fase offensiva. Impressionante il numero di palle gol confezionate e poi sprecate da Luca Toni: gli Azzurri di Donadoni ricercano continuamente i centimetri e gli interventi del bomber del Bayern Monaco, che però non riesce a sbloccarsi e si mangia regolarmente chili di palle gol. Alla fine le reti arrivano su calcio piazzato. Su questo punto la squadra deve ancora lavorare, in particolare nella costruzione e nella fluidità della manovra d'attacco. Più che buona la prova del centrocampo, con un De Rossi magistrale e un squadra che sembra aver trovato finalmente un assetto e un aspetto più presentabile. Se non che Gattuso e Pirlo, diffidati, sono stati ammoniti e quindi salteranno la prossima gara, il quarto di finale di domenica 22 al Prater di Vienna, la partita che nessuno si aspettava di vedere giocare e che opporrà, a questo punto, i nostri Azzurri alle scatenate Furie Rosse di Fernando Torres e David Villa.
Una Nazionale che si è fatta strada soprattutto con i nervi e l'orgoglio, quella di Donadoni, a somiglianza del suo ct, grintoso bergamasco che non molla mai. Non è diventata tutta d'un tratto la bellissima Olanda di Van Basten. In ogni caso i francesi dall'attacco spuntato sono stati tenuti bene a bada. Solo qualche fiammata di Benzema e un tiro di Henry a impensierire l'inaffondabile Gigi Buffon, in versione capitano. La Nazionale transalpina è ormai ad un punto di svolta e attraversa un momento di passaggio generazionale. Sicuramente tornerà grande in fretta, anche se le vanno concesse le attenuanti dovute al fattore S (a voi la traduzione), che l'ha penalizzata in maniera determinante.
Per gli Azzurri, che creano molto, ma non concretizzano più di tanto, l'essere sopravvissuti al "girone della morte" può essere un buon viatico per ulteriori successi. Solitamente siamo così: ci rafforziamo strada facendo e potremmo anche puntare in alto. Questo dice la storia. Vedremo.
E Donadoni? Fino a ieri fischiato brutalmente e considerato un perdente? Se il calcio è fatto di episodi questa è stata la sua serata fortunata. Cambieranno i giudizi su di lui? Difficile pretendere dalla nostra Nazionale il gioco degli Oranje. Questo è il nostro calcio: concreto, fatto di tenuta di nervi, di esperienza, di determinazione. In questo i ragazzi di Donadoni hanno mostrato grande carattere. Il ct si è rialzato e può continuare la sua avventura sulla panchina azzura. Almeno per il momento. Da oggi in poi sarà sempre una finale. Noi però abbiamo la prossima al Prater di Vienna, proprio là dove si gioca anche la finale…

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