Gus Hiddink, ai suoi, l'ha combinata grossa. Del resto, lui, giramondo per vocazione, non si fa certo condizionare dal richiamo delle radici e si gode la meritata qualificazione ottenuta contro il favore dei pronostici ed entra nella storia della Nazionale russa che, nel dopo-Unione Sovietica, non era mai approdata in semifinale. Si fa sempre più interessante, questo Europeo, con le grandi favorite che cadono come mosche. Dopo il Portogallo, dunque, si congeda anche l'Olanda, tanto ella da vedere, ma domata da una squadra disinvoltamente sfrontata e senza paura che ora, a ragione, punta alla vetta. Una partita esemplare da metà campo in su, con qualche defaillance in difesa, ma con la propulsione innescata l momento giusto, quando subentra la stanchezza degli avversari. Il blocco dello Zenith Pietrourgo, quello che ha conquistato la Coppa Uefa a spese del favoritissimo Bayern, ora ci crede per davvero. Un potenziale, quello di Hiddink, già intravisto nelle prime due partite, diventato incontenibile con l'innesto di Arshavin sulla sinistra al rientro dalla squalifica. 120' giocati senza un attimo di respiro, con Van Basten incredulo, dopo l'ottimo avvio con Italia e Francia e la passeggiata di salute con le riserve nella gara con la Romania, di fronte ai suoi uomini presi in velocità, raddoppiati, pressati, costretti a indietreggiare. Saenko e Arshavin sgusciano sulle fasce mentre al centro dell'attacco Pavlyuchenko aspetta suggerimenti per imporre la sua fisicità. Van der Sar è costretto a scaldarsi in fretta: du interventi nei primi dieci minuti su Zhirkov, e poi su Kolodin. La palla più appetitosa la sbaglia Pavlyuchenko che mette alto di testa . L' Olanda si fa vedere al 19' con Sneijder sul quale salva Ignashevich, poi è Van Nistelrooy a presentarsi in ritardo su quella che sarebbe stata una deviazione sotto misura. Ripresa: Arshavin a sfiora il palo su punizione, e, a distanza ravvicinata, innesca Semak che serve l'assist del vantaggio a Pavlyuchenko. Gli arancioni sono sballottati. Il passivo è recuperabile ma le sensazioni corrono sotto pelle. Sneijder, il più lucido dei suoi, prova almeno a sorprendere la difesa russa dalla lunga distanza. Poi, con un calcio di punizione pesca la testa di Van Nistelrooy che anticipa Ignashevich e restituisce la speranza ai tifosi olandesi. Tempi supplementari. La Russia sembra uscita da un centro benessere, fresca come una rosa. E' tempo dell'affondo. Così sia. Arshavin, sempre lui, mette al centro e segna Torbinski. Ma Arshavin merita una più netta affermazione personale. Van der Sar gli dà una mano facendosi passare la palla sotto le gambe. E' storia. E'festa. E'attesa, perché non c'è stimolo più grande, ora, che sfidare chi ha saputo annullare i campioni del mondo.