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Nascono in Lombardia le biciclette dei campioni

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27 Agosto 2008

Se nel corso degli anni gli atleti italiani hanno costruito un palmares di alto livello, altrettanto si può dire che hanno fatto le numerose aziende lombarde che producono biciclette o loro parti.
In regione si contano diverse aziende attive nel settore delle due ruote anche se non tutte sfornano prodotti di altissimo livello, utilizzati dai professionisti impegnati nelle competizioni internazionali. In molti casi, però, sono l'evoluzione di attività artigianali avviate decenni fa, come la Ugo De Rosa & figli di Cusano Milanino (Mi). Un vero e proprio atelier dove si confezionano bici di altissimo livello, su misura. Dal 1952, anno in cui il fondatore Ugo, ex corridore dilettante e grande appassionato, aprì il primo negozio a Milano, sono stati forniti i "ferri del mestiere" a campioni come Gianni Motta, Eddy Merckx, Moreno Argentin, Evgenij Berzin. In oltre cinquant'anni l'azienda è cresciuta, ma la qualità della produzione è rimasta ai massimi livelli, una scelta fatta per continuare a presidiare un mercato di nicchia evitando di entrare in competizione diretta con i colossi del settore che possono vantare strutture produttive e di vendita di ben altre dimensioni.
Strettamente legati alle corse sono anche i nomi Bianchi e Colnago. La prima, che nel 1997 è divenuta parte del gruppo svedese Cycleurope, è presente sul mercato anche con il marchio Legnano e con una linea di biciclette firmata insieme all'azienda di motocicli Ducati. Rimanendo in ambito motoristico, ha abbinato il suo nome alla Ferrari in occasione del sessantesimo anno della scuderia di Maranello, la Colnago di Cambiago (Mi), altra azienda storica lombarda che ha legato la sua attività ai successi di numerosi campioni in giro per il mondo (tra gli altri, fornì la bici per il record dell'ora a Eddy Merckx e legò il suo nome a Giuseppe Saronni).
Curiosa la storia della Podium di Calcinato (Bs) che realizza biciclette con il marchio Carrera. L'origine è strettamente legata alle corse, ma le motivazioni sono un intreccio di esigenze tecniche e di marketing. L'azienda, infatti,è nata nel 1989 per opera di tre esperti del settore, Davide e Francesco Boifava e Luciano Bracchi, per garantire allo sponsor delle formazioni professionistiche Carrera una linea di biciclette griffate con lo stesso nome. Per i Fratelli Masciaghi (Monza), invece, si è prima partiti, nel 1967, con la produzione, sempre artigianale, di biciclette da viaggio per poi sbarcare nelle competizioni solo nel 1994 con l'acquisizione del marchio Fausto Coppi.
Percorsi artigianali e industriali si intrecciano anche tra chi si "limita" a fornire alcune componenti della bicicletta. I manubri firmati Cinelli sono stati stretti da campioni come Greg Lemond, Lance Armstrong e Mario Cipollini. Il fondatore, Cino Cinelli, attivo sin dal 1948, nel corso degli anni ha aperto la strada a nuove soluzioni come i manubri in alluminio, la sella con scafo in plastica, i pedali a sgancio rapido. Oggi insieme a Columbus, specializzata in tubi e telai, fa parte di Gruppo Spa, una realtà che a Caleppio di Settala vanta una sede da 18mila metri quadri. I più esperti, inoltre, potrebbero scorgere sulle bici dei campioni impegnati sui circuiti varesini particolari firmati dalla cremonese Deda Elementi, oppure i cerchi della Ambrosio di Solaro (Mi) o ancora le coperture della Vittoria di Madone (Bg) che tra i suoi clienti annovera Carlos Sastre, vincitore del Tour de France 2008 e Fabian Cancellara, primo alla Milano-Sanremo. Occhiali e caschi a marchio Aero, invece, sono prodotti dal Gruppo Rivolta di Pessano con Bornago (Mi).
Fuori dal mondo delle competizioni, infine, non mancano altri esempi di eccellenza, come la Speed Cross di Vanzaghello (Mi) che tra gli anni '60 e '70 divenne famosa per aver realizzato la Saltafoss, ossia la bicicletta da cross ammortizzata. Oppure la Vivì Bikes di Pozzaglio (Cr) specializzata in soluzioni per bambini e ragazzi, in grado di sfornare 500mila biciclette all'anno.
Nel complesso il fatturato delle prime dieci aziende lombarde può essere stimato in 250 milioni di euro, mentre quello dell'intero settore, tenuto conto della presenza di importanti importatori (Specialized, Scott, Trek) è di circa un miliardo di euro per un totale di 3mila addetti. Il mercato regionale, invece, può essere valutato in circa 400mila pezzi, pari al 20% del totale nazionale, suddiviso a sua volta in un 40% di biciclette da città, un 30% di mountain bike, un altro 20% per bambini mentre le bici da corsa rappresentano il restante 10 per cento.
(M. Pri.)

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