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Manifestazioni per i diritti umani in tutto il mondo

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8 agosto 2008
Attivisti per i diritti umani sul balcone dell'ambasciata cinese a Parigi (Afp)

In coincidenza con l'apertura dei Giochi olimpici di Pechino 2008, migliaia di persone in tutto il mondo hanno dato vita a manifestazioni a favore della democrazia e per denunciare le violazioni dei diritti umani in Cina.

La mobilitazione più massiccia è stata registrata in Nepal, dove la polizia ha arrestato almeno 1.400 esuli tibetani che avena inscenato proteste vicino all'ambasciata cinese a Katmandu. In India almeno 150 bonzi tibetani in esilio hanno manifestato a New Delhi e ad Hong Kong è stato arrestato un uomo d'origine britannica che si era arrampicato su un ponte per esporre striscioni di denuncia.

Numerose le manifestazioni anche in tutta Europa: circa 200 dimostranti tibetani, vestiti con abiti macchiati di sangue e con al collo i cinque cerchi simbolo delle Olimpiadi, al grido di "Ue svegliati, Ue svegliati!" si sono raccolti davanti alle sedi delle istituzioni europee a Bruxelles, mentre gli attivisti di Reporters sans Frontieres hanno organizzato manifestazioni in varie città europee, tra cui Madrid e Berlino. In queste città centinaia di persone si sono riunite davanti alle sedi diplomatiche cinesi gridando slogan contro la censura ed esponendo striscioni con cinque manette unite fra loro come i cerchi olimpici. Lo stesso simbolo è stato esposto anche davanti all'ambasciata cinese a Londra, dove si sono ritrovati circa 300 dimostranti, molti dei quali provenienti da Tibet, Birmania, Zimbabwe e Sudan.

A Parigi, dopo l'annullamento dell'interdizione a manifestare, alcune centinaia di persone hanno raggiunto la sede della rappresentanza diplomatica cinese, tenendo fra le mani i ritratti di alcuni dissidenti cinesi e gridando «Sarko collaborazionista, Hu Jintao assassino». Attivisti in strada con bandiere tibetane anche ad Amsterdam, Vienna e Praga, dove hanno scandito lo slogan «Un mondo, un sogno, Tibet libero».

La manifestazione più drammatica ha avuto luogo ad Ankara: davanti all'ambasciata cinese, dove si erano radunati circa 300 appartenenti all'etnia musulmana degli uiguri, un uomo ha tentato di darsi fuoco. Il rapido intervento della polizia ha evitato il peggio, e il dimostrante ha riportato solo lievi ustioni al viso e alle mani.

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