L'Italia dice addio all'Olimpiade, a quanto pare senza molti rimpianti. Contro il Belgio mancano grinta, determinazione e concentrazione. La sensazione è che il ritorno alle squadre di club, impegnate a preparare la fase iniziale del campionato se non addirittura già operative in competizioni di peso, sia per tutti la priorità. Le attenuanti, per gli uomini di Casiraghi (che sceglie l'Italia prima maniera, quella schierata contro l'Honduras) , ci sono ma sono poche. Finisce 3-2 per i belgi, che approdano alle semifinali quasi increduli di fronte alla scarsa reattività degli azzurri. Dopo 18' il Belgio è in dieci uomini per l'espulsione di Vermaelen che ferma irregolarmente Acquafresca: chiara occasione da gol. È calcio di rigore che Giuseppe Rossi trasforma con freddezza dal dischetto. Sembra tutto in discesa: vantaggio e superiorità numerica, apparentemente solo da amministrare. A far svoltare la partita è il gol fantasma di Dembele con palla che non sembra varcare la linea sulla respinta di Cigarini. Ma la vera batosta arriva a tempo scaduto, pochi secondi primi dell'intervallo quando Bocchetti non riesce a contrastare Mirallas che, di sinistro, firma il 2-1. Poco prima era stata di Giovinco l' occasione più ghiotta in diagonale. L'Italia accusa il colpo e prova a riversarsi in avanti in avvio di ripresa. Fallo di De Roover su De Ceglie: l'arbitro che ha appena negato un rigore agli uomini di Casiraghi, non può ignorare anche questo. Di nuovo Rossi sulla palla, ottima esecuzione, 2-2. Agli azzurrini manca il supporto di uomini fondamentali, in giornata poco ispirata. Vale per Giovinco, sovrastato sul piano fisico dai belgi, per Montolivo, evanescente, e per lo stesso Rossi che, ad esclusione della performance dagli undici metri non è stato mai davvero in partita. Il finale è tutto di marca belga. Azione in superiorità numerica, distrazione della retroguardia, Viviano in uscita non riesce a chiudere lo specchio a Dembele che infila il definitivo 3-2. Si ripristina anche l'equilibrio degli uomini in campo: Viviano infatti viene espulso per aver reagito a una provocazione di Mirallas. Si torna a casa. Nessuna recriminazione. Questa Italià è sembrata sempre una scolaresca in gita scolastica, raccogliendo il massimo risultato con il minimo sforzo nel girone, e cedendo ai primi veri, strutturati avversari.