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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Uno spettacolo nel segno del cinema e della tradizione

di Cesare Balbo

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8 agosto 2008

La cerimonia di apertura dei 29simi Giochi olimpici dal titolo " Un mondo, un sogno" con la direzione artistica di Zhang Yimou inizia con
un tripudio di "Tamburi rossi" per il count-down, in continuità cromatica col suo "Lanterne rosse" (‘91) film che lo ha reso famoso in Occidente. È uno spettacolo sorprendente, diverso persino dalla prova generale, quello del "National Stadium" di Pechino che in una sequenza di scene da film vuole rievocare la grandezza antica della Cina il cui presente olimpico cerca di essere all'altezza.
Come ha detto Zhang Yimou nella presentazione alla stampa si è trattato di uno spettacolo "romantico" che non ha voluto seguire cronologicamente la storia millenaria cinese ma seguire liberamente il filo della memoria.

Una libera storia di circa un'ora che omette di citare la Rivoluzione culturale di Mao Tze Tung mentre puntualmente riprende con enfasi i suoi fondamenti culturali dall'arte della scrittura all'opera, dal confucianesimo al taoismo.
E le movenze lente tipiche del tai chi che discende proprio dalla filosofia taoista citano "Hero", il primo dei tre film di Yimou di genere wuxia, ossia di arti marziali.
C'è insomma molto del suo cinema e in effetti ci si chiede come avrebbe potuto coesistere Steven Spielberg, che avrebbe dovuto firmare lo spettacolo se non avesse dato forfait qualche mese fa per la questione della violazione dei diritti umani.
Nelle parole della canzone "You and me" cantata in duetto c'è un messaggio alla "Imagine" di Lennon con l'aspirazione a essere in armonia in un unico mondo sperando che non siano solo perle di saggezza taoista.
In greco è stato cantato, da un coro di cinquantasei bambini, rappresentanti di altrettante etnie cinesi, l'inno olimpico che ha annunciato l'arrivo della fiaccola con gli ultimi otto tedofori. L'ultimo il campione cinese Li Ning come in una scena de "La foresta dei pugnali Volanti"( il secondo del trittico wuxia di Yimou) tirato da una fune invisibile (come nelle coreografie di Matrix) è volato tra le nuvole ed è andato a spasso per lo stadio prima di dar fuoco al braciere con gli immancabili fuochi pirotecnici in chiusura.

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