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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Giochi da record, vetrina perfetta per il Governo cinese

di Angelo Mincuzzi

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24 agosto 2008
Un momento della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Pechino 2008

PECHINO - La fiamma olimpica si è spenta sul grande stadio di Pechino. La bandiera inglese sventola ora accanto a quella cinese e il mondo dello sport volta pagina in attesa dei Giochi di Londra del 2012. Un passaggio di consegne solenne, quello avvenuto durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi cinesi. Anche questa volta con grande sfarzo di effetti visivi e sonori, migliaia di comparse, tecnologia , fuochi di artificio, e poi molta musica, e le voci di Placido Domingo e Song Zuying. Ma soprattutto uno stadio gremito di folla, a testimonianza di come l'entusiasmo dei cinesi non si sia spento insieme alla fiamma. Sul palco d'onore l'intera nomenklatura del Partito comunista, con il presidente Hu Jintao e il primo ministro Wen Jabao, i veri vincitori di queste giornate di Pechino, in piedi acclamati dal pubblico. Sono terminate le prime vere Olimpiadi politiche dal crollo del muro di Berlino, una vetrina necessaria per il governo cinese, che ha consacrato in questo modo la sua presenza da protagonista all'interno della comunità internazionale. Olimpiadi politiche nonostante nessuna protesta o boicottaggio da parte degli atleti abbia scandito queste giornate. Ha prevalso lo sport. Sopra tutto e nonostante tutto. Ma è stata comunque una vetrina perfetta, come ha testimoniato anche la maestria della cerimonia di chiusura e i mille colori dei fuochi di artificio che hanno illuminato la notte anche in Piazza Tiananmen.

Il bilancio di queste Olimpiadi è già sotto gli occhi di tutti: sono stati i giochi dei record, ma anche quelli del primato della Cina nelle medaglie d'oro. A dispetto delle previsioni della vigilia tutto è filato liscio: nessun problema di sicurezza o di inquinamento atmosferico, una macchina organizzativa perfetta, con le migliaia di volontari che per tre settimane hanno presidiato le vie della capitale aiutando turisti e sportivi. Un villaggio olimpico tra i migliori di sempre e infrastrutture avveniristiche come il "nido d'uccello" e il "water cube", che resteranno a simboleggiare la nuova Pechino del dopo-Olimpiadi. Anche oggi all'esterno del grande stadio migliaia di persone hanno affollato i viali e i passaggi pedonali per assistere alla conclusione della cerimonia con i fuochi d'artificio e per darsi l'ultimo appuntamento prima del gran finale. L'aria era quella degli addii, per alcuni anche qualche lacrima e molte foto ricordo.

Domani la festa sarà finita e Pechino tornerà alla vita di sempre. Per tre settimane è stata sotto i riflettori internazionali, a contatto con decine di migliaia di turisti e giornalisti stranieri, ha potuto raccontarsi a tutto il mondo, e ha ritrovato soprattutto una nuova spinta emotiva che dovrà mettere a frutto negli anni futuri. Dietro la grande vetrina delle Olimpiadi, restano intatti i problemi di sempre, a cominciare dai diritti umani e dalla libertà di espressione. Vinta la sfida dei Giochi, ora sarà questa la scommessa che il Governo cinese dovrà affrontare se non vorrà sprecare la formidabile occasione offerta da queste Olimpiadi.

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