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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Yao-Ming, il gigante che ha scelto l'America

di Dario Ricci

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il centrometista iamaicano Usain Bolt/afp


«Attento: se provi a dirmi qualcosa, se provi solo a sfiorarmi, guarda che chiamo Yao Ming!». È questa l'impressione che da qualche anno ormai danno l'oltre miliardo e mezzo di cinesi sparsi nel mondo. Perché Yao, il centro di 228 centimetri che da un bel po' di stagioni campeggia sotto il canestro degli Houston Rockets nella Nba, è diventato rapidamente simbolo e nume tutelare della Cina che va alla conquista del mondo. Yao è l'emblema della forza, della maestosità, dell'oscura intangibilità di un Paese che attraverso i Giochi si presenta al mondo. E Yao è anche il simbolo di una Cina integrata, inserita, coinvolta nel panorama internazionale, vista anche la scaltrezza, la prontezza con cui il gigante buono si è adattato negli States e nel basket d'Oltreoceano.

Numeri record – Prima scelta assoluta nel draft 2002 dagli Shanghai Sharks, in sei anni di carriera tra i professionisti Nba Yao ha messo insieme numeri record: 19 punti e 9 rimbalzi di media per gara in totale. Cifre ancora più significative, quelle raggiunte nell'ultima stagione: 22 punti e 10.8 rimbalzi, in 38 minuti di media a gara (almeno fino all'infortunio che ha posto fine alla sua stagione a febbraio e messo in serio pericolo la partecipazione ai Giochi). Avvicinatosi al basket a 9 anni (mamma Fan Feng Di a un passato da cestista di livello nazionale), a 18 Yao ha esordito in Nazionale, e da allora è stato protagonista di tutti i maggiori tornei internazionali (e ad Atene2004 e ai mondiali di Giappone 2006 ha incorciato anche l'Italia, rimediando due sonore sconfitte). A limitarlo finora, più che gli avversari, sono stati, appunto, i problemi fisici.

Piede d'argilla - Nel febbraio scorso Yao ha sfiorato il dramma sportivo: avvertiva un fastidio al piede sinistro, e una radiografia mise in evidenza un principio di frattura da stress. Notizia sconfortante per i Rockets (che lo hanno così perso fino a fine annata, playoff compresi) e per la Cina intera, timorosa di perdere il suo eroe proprio in vista dei Giochi di Pechino. Infortuni di questo tipo richiedono a volte anche un anno per essere riassorbiti, ma le cure ai raggi X e le altre metodologie d'intervento cui il campione si è sottoposto a Houston hanno fatto (sembra) il miracolo. Anche nel 2007 Yao aveva avuto un infortunio simile, stavolta a una tibia: approfittò della pausa forzata per sposarsi...

Giganti sposi – Inevitabile che un campione di tali dimensioni e spessore dovesse avere una compagna .. all'altezza. Dopo sette anni di fidanzamento, Yao nell'agosto 2007 ha sposato la sua Ye Li, 190 centimetri, pivot dello Shanghai, città di riferimento di entrambi. Storia d'amore nata proprio all'ombra dei cinque cerchi, visto che Yao cominciò a corteggiare Ye durante le Olimpiadi di Sydney, appostandosi ai margini degli allenamenti della nazionale femminile cinese. E dire che all'inizio lei non sembrava filarselo troppo... l'altezza totale della coppia: 4 metri e 18! Quota che – unita al carattere riservato di Ye Li – non ha messo al riparo la coppia dalle critiche dei tifosi. Il motivo? Il matrimonio e il successivo viaggio di nozze, consideati "pericolose distrazioni" ad appena un anno dalle storiche Olimpiadi casalinghe.....Che dire? Eccessi della "YaoMingMania"!

Mito intoccabile – Ai Giochi, comunque, Yao Ming sarà "fuori portata" per i suoi innumerevoli fan, rimasti un po' delusi alla notizia delle misure di sicurezza eccezionali che circonderanno il loro idolo a Pechino. I fan hanno infatti scoperto che non potranno neppure provare a chiedergli un autografo, e neppure vederlo da lontano al di fuori dello stadio olimpico che ospiterà il basket. La polizia di Pechino ha infatti reso noto che le misure di sicurezza saranno "strettissime" e che la folla sarà tenuta "a debita distanza". Yao, ma anche le stelle del Dream Team americano – a proposito: il 10 agosto scontro diretto Cina-Usa nella gara d'esordio per entrambe nel torneo – entreranno da un ingresso speciale del Wukesong Indoor Stadium, e saranno di fatto visibili solo sul parquet, visto che le autorità considerano basket e calcio tra gli sport più "a rischio", sotto il profilo della sicurezza. Per fortuna che Yao proprio piccolo non è, e quindi ben visibile anche da lontano....

Ambasciatore – Di fatto Ming (occhio: è il nome proprio, mentre Yao è il cognome, come si usa in Cina!) è ormai un ambasciatore del suo Paese nel mondo, come e più dell'ostacolista Liu Xiang, proprio perché è diventato grande al di fuori dei confini patrii. E Yao non si è mai sottratto a questo ruolo, con convinzione ed impegno: nel 2003 è stato testimonial per una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi contro il virus della Sars; è ambasciatore degli special Olympics, i Giochi per gli atleti con disabilità mentali, nel 2006 è stato portavoce per una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione dell'Aids in Cina; non ha mancato di offrire sostegno morale ed economico alle vittime del terremoto nella regione del Sichuan. Non è un caso, quindi se la Cina lo vuole assolutamente in campo. Non solo perché con lui il sogno di arrivare in semifinale sarebbe molto più vicino. Ma anche perché c'è ancora il posto di ultimo tedoforo da assegnare, ed è difficile pensare a un candidato più qualificato....

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