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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Rafael Nadal, la furia rossa del tennis

di Dario Ricci

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il tennista spagnolo Nadal/reuters

«Le Olimpiadi mi incantano. A me come a tutti gli altri sportivi. Tutti noi, credo, sogniamo di andarci e di tornare con una medaglia. Io giocherò e andrò anche sugli spalti a tifare, ad incitare gli altri atleti e le formazioni spagnole. Penso in particolare al basket, dove sicuramente ci sarò, ma non mancheranno altre occasioni». Parole e musica firmate Rafael Nadal. Il dominatore della stagione 2008 del tennis mondiale, l'alter ego forzuto e potente dello svizzero Roger Federer, il numero uno del ranking mondiale, con cui il 22enne spagnolo di Manacor, sull'isola di Maiorca, sta dando vita a una rivalità già entrata negli annali dei primati di tutti tempi. E secondo voi, a questo duello da far west, poteva mancare un succoso capitolo proprio nel tempio dello sport?

Da Wimbledon a Pechino - Dopo la battaglia di oltre 4 ore che ha permesso a Nadal di strappargli lo scettro di re di Londra, preceduta per di più dalla scoppola rimediata sulla terra rossa di Parigi, da quattro anni regno incontrastato dell'iberico, Roger Federer rilancia il duello infinito proprio in vista di Pechino. Da sempre lo svizzero vincitore di 12 tornei dello Slam vive il fascino della competizione olimpica ed è magneticamente attratto dalla possibilità di vincere l'oro a cinque cerchi. Anche perché, quattro anni fa ad Atene, il "Roger Express" deragliò in modo del tutto imprevisto sull'ostacolo rappresentato da Thomas Berdych, mentre a Sydney2000 l'elvetico – in rampa di lancio per diventare il dominatore del circus – venne sconfittto per il bronzo dal francese Di Pasquale (ma dall'Australia tornò con quella che ancor oggi è la sua fidanzata-manager....). Facile quindi prevedere che, pur con l'abituale rispetto reciproco ed eleganza, ognuno col suo stile (lo svizzero alloggerà in albergo per estare tranquillo, Nadal al villaggio olimpico), Roger e Rafa siano già pronti a prendersi a pallate anche per conquistare la gloria di Olimpia.

Tennis a cinque cerchi Sì, perché, sebbene il rapporto tra Giochi e tennis proceda a singhiozzo, i maestri di servizio, smash e voleé sono da sempre legati al torneo olimpico, che infatti annota nel proprio albo d'oro nomi di prima grandezza, sia in campo maschile che femminile. Presente ai Giochi dal 1896 fino al 1924, per poi ritornarvi ufficialmente solo a partire da Seul 1988, il torneo olimpico di tennis ha incoronato campioni come il ceco Mecir ('88, bronzo a Edberg), il grande Andre Agassi (Atlanta 96, in finale contro l'iberico Bruguera), il russo Kafelnikov a Sydney2000. Certo non sono mancati anche vincitori meno illustri (l'elvetico Rosset nel 1992 e il cileno Massu – oro anche in doppio con Gonzalez, unici due trionfi olimpici nella storia del Cile - ad Atene), frutto però dell'equilibrio della competizione, più che del disinteresse dei "big". Tra le donne, vittorie per la "Signora Agassi", l'immensa Steffi Graf (Seul 88 nell'anno in cui la tedesca mise a segno anche il Grande Slam), poi Capriati, Davenport, Venus Williams e l'ex numero uno al mondo, la belga Henin, ritiratasi quest'anno. Insomma, difficile trovar di meglio.

Beato tra gli sponsor - Se è vero che i conti si fanno alla fine (della stagione), si può comunque con certezza affermare che Rafael Nadal è uno dei testimonial più ricercati dalle aziende di tutto il mondo. Nel 2007, intanto, lo spagnolo, ha guadagnato grazie alle sue prodezze sul campo quasi 12 milioni di euro in soli premi. E circa 20 milioni di euro sono gli introiti garantiti dai numerosi sponsor personali. Rafa è testimonial global del gruppo L'Oréal (cosmetici), legato fin dai primi passi della carriera agonistica alla Nike, mentre la Babolat con le vendite della sua racchetta ha fatto il boom e lo ha legato a sé per altri 10 anni; poi ci sono Banesto (banca), Time Force (orologi), Kia Motors (automobili), Cola Cao (alimentazione), Puig (profumi), Ferroli (produzioni termoclimatiche) e la Nintendo con i suoi videogiochi. Insomma, un successo a Pechino farebbe contenti parecchi investitori, non solo parenti, amici e tifosi di Nadal...

Passione Real - Maestro di grinta e determinazione con la racchetta. Ma Rafael Nadal ha anche "rischiato" di diventare un ottimo calciatore. Magari professionista. Sì, perché in una famiglia di sportivi non poteva certo mancare chi al pallone ha dato del "tu", e ai massimi livelli. È lo zio di Rafa, Miguel Angel, buon difensore del Barcellona negli anni Ottanta e Novanta. Alla fine però il nipotino ha preferito uno sport individuale come il tennis (anche se ha sempre partecipato al massimo alla Coppa Davis difendendo i colori delle Furie Rosse). Probabile, allora, che ha dividere il destino dello zio da quello del nipote sia stata una questione di fede. Calcistica, però. Visto che Rafa è uno sfegatato tifoso del Real Madrid....

Segni particolari - Mancino, alto 1 metro e 85 centimetri per 85 chili, allenato da sempre dall'altro suo zio, Toni, Rafael vive sull'isola di Maiorca, tra Manacor e Porto Cristo. Sull'isola torna appena possibile per riposarsi e dedicarsi al suo hobby preferito, la pesca. E dall'isola arriva la sua fidanzata, Xisca. E sempre maiorchino è uno dei suoi più grandi amici, Tomeu Salva Vidal, anche lui tennista professionista. Poco amante dei libri e della lettura, a suo agio con telecamere e spot pubblicità, Rafael "soffre" in modo particolare lo smoking (lo ha indossato una volta per entrare al Casinò di Montecarlo, ma doveva girare uno spot tv...). E anche come ballerino ha ampi margini di miglioramento, tanto da violare una consuetidine sacra quando, nel tradizionale ricevimento post-Wimbledon, non ha danzato in apertura di serata con Venus Williams, malgrado il cerimoniale imponga proprio ai vincitori del torneo maschile e femminile di aprire le danze. Che sia stato intimidito piuttosto dal possente abbraccio della gagliarda Venus?

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