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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Thomas Daley, il tuffatore bambino

di Dario Ricci

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I compagni di squadra, gli amici, ma anche le tv e la stampa inglese. Tutti lo chiamano allo stesso modo: "the baby", il bambino. Solo che nel caso di Thomas Daley, di Plymouth, professione tuffatore, non si tratta di un soprannome. Perché Tom, un bambino lo è davvero: a 14 anni (è nato il 21 maggio 1994) sarà infatti a Pechino il più giovane britannico di sempre a partecipare alle Olimpiadi. Un onore conquistato a suon di piroette dalla piattaforma dai 10 metri. E se in Cina dovesse poi scapparci una medaglia, beh, non sarebbe la prima al collo del bambino prodigio....

Oro europeo - Sì, perché prima di tuffarsi alla conquista del podio a cinque cerchi, Tom ha già vinto un paio di allori che, con quel talento e a quell'età, valgono qualcosa in più di un semplice trionfo sportivo. Ad Eindhoven, in Olanda, lo scorso 24 marzo, Tom ha conquistato il titolo europeo dalla piattaforma dei 10 metri, precedendo il grande favorito della vigilia, il tedesco Klein, e il nostro Francesco Dell'Uomo. Vittoria netta, conquista a colpi di "10" (ben otto nei sei esercizi previsti): «Se mi avessero detto a natale che a Pasqua avrei vinto una medaglia, avrei risposto: ma filate via!», dichiarò in quell'occasione nel dopogara, col piglio del grande campione abituato a districarsi con disinvoltura tra microfoni e telecamere.

Titolo inglese - La corsa verso Pechino di questo baby fenomeno che a quattro anni si rifiutava di tuffarsi all'indietro e che a sette aveva già scoperto la passione per il trampolino era in realtà cominciata in un freddo pomeriggio di inizio gennaio 2008 nella piscina di Manchester, palcoscenico delle finali del British Diving Championships, i campionati nazionali britannici di tuffi. Tom (alto 157 centimetri per 47,5 kg) era arrivato all'appuntamento non esattamente come uno sconosciuto, visto che nel ranking mondiale 2007 è classificato come 29esimo nuotatore del pianeta. Ma insomma, giocarsi la medaglia d'oro contro Pete Waterfield, 26enne argento alle Olimpiadi di Atene2004, è un'altra cosa.... A molti sarebbero tremate le gambe: non a Daley, che anzi nell'occasione piazzava proprio a fine gara il tuffo migliore, conquistando il titolo e divenendo così il più giovane campione nazionale britannico di sempre. La strada verso le Olimpiadi era in discesa.

Sogno olimpico - «Il mio sogno? L'oro olimpico a Londra 2012»: aspirazione legittima, quella di Tom, visto che fra quattro anni avrà appena 18 anni in quelle che saranno le Olimpiadi di casa. Ma prima c'è Pechino, e allora perché non provarci subito? Del resto, Tom ha staccato il pass per i Giochi cinesi proprio all'ombra della Grande Muraglia, conquistando un settimo posto nelle gare di qualificazione svoltesi a febbraio nell'avvenieristico impianto del Water Cube. Pass olimpico conquistato, anche in questo caso, in rimonta all'ultimo tuffo. E se non bastasse, per capire il caratterino del "piccolo" Daley, ecco il suo commento a qualificazione ottenuta: «La piscina olimpica? Bella, ma ammetto di non averci fatto troppo caso: mi sono concentrato sui tuffi. Tanto sapevo che l'avrei rivista durante i Giochi...».

Campione bambino - A vederlo così, col suo i-Pod nelle orecchie mentre ascolta musica tra un tuffo e l'altro, o mentre fa una smorfia di disappunto se il suo allenatore Andy Banks prova a fargli notare un'imperfezione nell'esecuzione di un tuffo, Daley sembra avere poco in comune coi suoi coetanei che vivono...10 metri al di sotto delle altezze abitualmente frequentate dall'inglesino. Ma per fortuna a volte Tom mette in mostra anche il suo lato più fanciullesco: a Eindhoven, dopo l'oro europeo, è scoppiato in lacrime, poi ha iniziato a correre e saltare per tutta la piscina, stropicciandosi gli occhi e abbracciando tutto e tutti. Quello che in lui è davvero fuori dal comune sono la determinazione e lo spirito di sacrificio: da quattro anni si alza alle 6.40 del mattino per mettere insieme una giornata fatta di scuola, compiti, allenamenti che variano tra le 3 e le 5 ore quotidiane, e riposo. Ritmi impossibili da sostenere, se non si hanno qualità eccezionali e motivazioni speciali...

La gara di papà - Gli dedica ogni tuffo, lo cerca con lo sguardo sulle tribune delle piscine, nei giorni più difficili gli è stato vicino a modo suo, non saltando un allenamento perché fare un bel tuffo è una gioia da condividere insieme. Rob Daley per Tom non è solo il papà, ma il sole cui ruota intorno tutto il suo sistema di riferimento. Perché ogni giorno che Robe e Tom trascorrono insieme è un dono prezioso. Nel 2006, infatti, a Rob, elettricista, viene diagnosticato un tumore al cervello. Segue l'addio al lavoro, l'intervento chirurgico (riuscito), le terapie. Da allora Rob segue ogni gara di Tom, che gli dedica ogni piroetta e ogni successo, da condividere anche con mamma Debbie e coi fratellini William, di 11 anni, e Ben, di 8, anche loro piccoli fenomeni, ma nel rugby.
Abbracci che sono un tuffo. Al cuore.

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