Con la sua penna, la sua fantasia, la sua genialità, è diventato una delle "firme" mondiali della moda italiana. Ma Ottavio Missoni è stato anche un grande atleta, un ostacolista per l'esattezza, protagonista delle Olimpiadi di Londra nel 1948. A 86 anni, Missoni ripercorre per "Destinazione Pechino" i ricordi legati a una passione mai spenta, a un "primo amore" per lo sport che sopravvive ancora oggi, e che spinge lo sguardo del grande stilista verso Pechino e il futuro stesso dei Giochi.
Quella per la corsa è una passione che Missoni coltiva fin da giovane, tra Dubrovnik (allora Ragusa, dove è nato nel 1921), Zara e Trieste, infine a Milano. Dove studia e corre. Stabilisce il record italiano under16 sui 400 metri, poi il limite europeo juniores. È campione mondiale studentesco a Vienna, ma lo scoppio della guerra (durante la quale viene fatto prigioniero dagli inglesi sul fronte africano) gli porta via gli anni migliori. Nel 1948 Missoni è a Londra, per le Olimpiadi della rinascita, dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale.
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Quanto era diversa l'atmosfera dei Giochi londinesi da quella delle Olimpiadi di oggi, all'insegna del business e dello sport ipertecnologico! Le voci del tempo riavvolgono il nastro della memoria del grande atleta-stilista. Londra era in festa dopo le sofferenze della guerra, e Ottavio, oltre a correre sognando una medaglia, già pensava a diffondere il marchio della propria casa di moda, e a tenere allegra la compagnia con qualche cassa di buon liquore, insieme ai ragazzi delle squadre italiane di pallacanestro e pallanuoto…
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Le storie dell'atleta, dello stilista e dell'uomo si intrecciano: la medaglia olimpica sfugge, ma da Londra Missoni torna fidanzato con quella che diventerà sua moglie! Indimenticabile poi il ricordo dei grandi discoboli azzurri Consolini e Tosi, che conquistarono oro e argento davanti al favorito americano Gordien, solo terzo sul podio londinese. E poi la grande Fanny Blankers Koen, l'olandese che a Londra vincerà quattro ori nell'atletica…
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A Londra i Giochi ritorneranno nel 2012. Ma le Olimpiadi di oggi non accendono la passione di Missoni: troppo gigantismo, troppe competizioni e gare, scarso rispetto per la sua amata atletica, la vera regina dei Giochi.
Ma l'insegnamento morale dei Giochi sopravvive, e allora l'augurio verso Pechino è d'obbligo….
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