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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Nino Benvenuti, il simbolo della boxe italiana nel mondo

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Nino Benvenuti e Cassius Clay

In una palestra di pugilato, Nino Benvenuti, era entrato per la prima volta nel 1950, a 12 anni. Dal ring, questo istriano terzo dei cinque figli di un commerciante di pesce, sarebbe sceso solo nel 1971: con un record di 82 vittorie (35 k.o.), 7 sconfitte e un pareggio , dopo aver più volte detenuto il titolo mondiale dei superwelter e dei medi ed essere diventato simbolo della boxe italiana nel mondo. Una parabola iniziata nella sua casa di Isola d'Istria, dove in giovane Nino comincia a tirar colpi a un sacco pieno di frumento con due calzettoni di lana riempiti di stracci come guantoni. la carriera da dilettante non lascia dubbi sul suo talento: Cinque titoli italiani e due europei nei welter ne fanno un naturale predestinato in vista dei Giochi Olimpici di Roma nel 1960, che segnano la rinascita dell'Italia dopo un sofferto dopoguerra

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L'Italia che guarda al futuro non dimentica le sofferenze, i sacrifici e le ferite che si è appena lasciata alle spalle. Non è un caso allora, se gli italiani sii dentificano nelle imprese dei grandi campioni del ciclismo e nei successi dei pugili. Mentre Benvenuti inizia la scalata all'oro olimpico, Duilio Loi conquista a Milano, in una notte indimenticabile di fronte ai 60mila di San Siro, il mondiale dei welters junior. A Roma Nino sceglie invece di partecipare al torneo tra i pesi welter. E qualchecritico storce il naso di fronte alla scelta del giovane talento azzurro....

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A Roma La finale per l'oro mette di fronte a Benvenuti il temibile picchiatore russo Radonyak. Nino non trema, e la voce di Sergio Zavoli ne celebra il trionfo annunciato. Per il triestino, finalmente è il momento di lascsi andare un pò e di sfogare nel modo più sincero le proprie emozioni

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non solo Benvenuti, però. E' tutto il pugilato italiano che trionfa sul ring di Roma, conquistando trionfi e medaglie. e per benvenuti c'è, in più, un'amicizia davvero speciale, che dura ancora oggi. Quella con un giovane pugile americano di colore, anche lui vincitore dell'oro ai Giochi romani, che presto scuoterà il mondo del pugilato, e non solo, con i suoi pugni e le sue parole, diventanto per tutti "Il più Grande", "The Greatest"

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Da Roma, benvenuti inizia la sua scalata ai vertici dell aboxe mondiale. Passa professionista: nel marzo 1963 è campione italiano tra i medi. Il 18 giugno 1965 mette k.o. Mazzinghi a San Siro ed è mondiale superwelter. Poi la sconfitta conkimprima del leggendario succeso a New York, il 17 aprile 1967, contro Emile Griffith. Con Griffith poi perderà la rivincita e vincerà il terzo incontro, prima delle due sconfitte contro l'argentino Monzon che chiuderanno la sua carriera. Vent'anni sul ring, con l'oro di roma a risplender come il trionfo più bello di una carriera inimitabile.

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