Città del messico, 20 ottobre 1968. Sono passati appena due giorni da quando il fantascientifico salto di Bob Beamon, 8 metri e 90 nella gara del salto in lungo, ha stordito il mondo e riscritto la storia dell'atletica leggera. Ma quell'olimpiade tragida e straordinaria non ha finito di riservare sorprese. Nel salto in alto un 21enne americano di Portland, Oregon, lascia tutti a bocca aperta vincendo l'oro con un nuovo stile di salto. Non supera più l'asticella saltando con le gambe a forbice, o piegandosi sul ventre, ma girando le spalle e oltrepassando la sbarra di schiena. E' una rivoluzione copernicana, semplice e sorprendente come l'invenzione dell alampadina, o la scopertà della gravità . Quel ragazzo si chiama Dick Fosbury, e dal quel giorno quel salto sarà il "salto alla Fosbury"
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Fosbury Aveva cominciato a lavorare alla nuova tecnica fin dai tempi del liceo. Ad animarlo la passione per tutti gli sport ,certo, ma in particolare il colpo di fulmine che aveva avuto con l'atletica e il salto in alto
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Il primo a stupirsi della rivoluzione messa in atto da Dick fu il suo primo allenatore, Dean Benson, che quasi cercò di convincerlo adesistere daloo sperimentare l anuova tecnica. Poi,convinto dalla naturalezza con cui Dick eseguiva il salto sotto il profilo tecnico, cominciò a studiarne le caratteristiche
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Trattengono il respiro per tutta la rincorsa, poi, mentre Dick supera l'asticella in quel modo incredibile, gli 80mila dello stadio Olimpico di Città del Messico, quel magico pomeriggio dell'autunno del 1968, si lasciano andare a un applauso liberatorio
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L'oro arriva a quota 2 metri e 24 centimetri. Dick Fosbury sale sul tetto del mondo.....voltandogli le spalle!! Oggi a quarant'anni di distanza, puoi confessarcelo, Dick: come è il cielo visto da lì, saltando in quel modo?
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I salti di Fosbury e Beamon, lo sprint di Haynes, primo uomo a scendere sotto i 10 secondi sui 100 metri. Ma quella di citta del messico fu anche l'Olimpiade macchiata dal sangue della strage di Piazza delle tre Culture, che aveva di pochi giorni preceduto l'apertura dei Giochi
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il vento della protesta continuò a soffiare su quei giochi. quattro giorni prima del succeso di Fosbury, i velocisti americani di colore Smith e Carlos avevano vinto oro e bronzo sui 200 metri, salendo poi sul podio scalzi e col pugno verso il cielo e con un guanto nero, inneggiando al Black Power e protestando contro le discriminazioni razziali che pervadevano la società americana
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I giorni di Città del Messico, per Dick , divennero però ben presto ricordo. Quella che ci racconta non è solo la sua vita, ma anche la storia di uno sport molto diverso da quello di oggi. quando per vincere bastava il talento, e una laurea valeva più di soldi e vittorie. Una storia in cui i libri ebbero la meglio sulle scarpette chiodate
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Oggi, a 40 anni da quel salto in alto nella storia, Fosbury è presidente dell'associazione mondiale degli atleti olimpici. E sulla strada verso Pechino, riafferma la forza e il valore degli ideali di Olimpia
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