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Lanterne rosse / di Dario Ricci
 

Gli eroi italiani della maratona olimpica

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È il 29 agosto del 2004. Stadio Panathinaikon di Atene, nella terra culla dell'Olimpiade, lo stadio sede del mito a cinque cerchi. Laggiù, a qualche centinaio di metri dal traguardo della maratona, è un atleta italiano che, col volto segnato dalla fatica ma col passo spedito di chi sa che fra poco vivrà il momento atteso da una vita, si avvicina per mettersi al collo l'oro più bello. A 33 anni Stefano Baldini da Castelnovo di sotto, vicino Reggio Emilia, diventa il re di maratona. Lascia sfogare i campioni africani, Stefano, poi dal 32esimo chilometro parte la rimonta. Sul traguardo precede l'americano Keflezighi e il brasiliano Lima, che mentre è in testa viene aggredito e rallentato da un folle in kilt, Cornelius Horan, un ex prete irlandese. Ma a quel punto Baldini era già alle sue spalle, lanciato verso la medaglia che lo consacra re delle Olimpiadi ateniesi

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A Pechino Stefano Baldini proverà il bis: impresa riuscita solo a due atleti - il grande etiope Abebe Bikila nel '60 e '64 e il tedesco Cierpinski nel '76 e nell'80 - nella storia di Olimpia. Per tentare l'impresa servirà grinta, coraggio, cuore. Ma anche i consigli di chi, in Asia una matatona Olimpica l'ha gia conquistata, a Seul, nel 1988.

È il 2 ottobre 1988 quando l'Italia trova il suo primo eroe sui 42 chilometri e 195 a cinque cerchi. In una Seul olimpica travolta dallo scandalo doping che ha il canadese ben Johnson come protagonista, la maratona si colora d'azzurro grazie a Gelindo Bordin, che brucia in rimonta il kenyano Wakiuri, campione del mondo un anno prima a Roma, e Saleh, atleta di Gibuti. Il trionfo di Bordin arriva in una giornata calda e umida, molto simile a quella che ci si aspetta per il 24 agosto prossimo, giorno della maratona che chiuderà i Giochi di Pechino.

Stefano Baldini, ripresosi da un infortunio che ne ha rallentato la preparazione, è consapevole delle difficoltà ambientali che lo aspettano. Ma si possono limitare i disagi di un clima così torrido? Un allenamento specifico è possibile, spiega Bordin

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Una preparazione che tornò utile nel momento giusto, come testimoniato dall'indimenticabile telecronaca di Paolo Rosi. Gelindo Bordin ancora si commuove nel ricordare quei momenti di fatica e gloria: gli ultimi metri si trasformano infatti in una cavalcata trionfale per il veneto. Tagliato il traguardo, Bordin si inchina sulla pista dello stadio di Seul e fa un gesto che lo consegna alla leggenda, baciando la stessa pista. E quattro anni dopo a Barcellona, solo la sfortuna impedirà all'italiano di provare almeno a difendere il suo titolo

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Atene2004 - Pechino 2008: un quadriennio d'oro per Stefano Baldini, che non rinuncia però a sperare nella grande impresa. Ma quanto pesa, Gelindo, provare a difenderlo a distanza di quattro anni, l'oro più prestigioso di Olimpia? Mentre Bordin offfre i suoi suggerimenti, Baldini intanto inquadra il lotto dei rivali. Ma dopo Pechino cosa farà il campione olimpico di Atene? Il futuro è ancora da scrivere per Stefano Baldini. E molto dipende proprio dall'esito della maratona olimpica...

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