Il primo degli Immortali
Il primo grandissimo campione della storia del ciclismo italiano. Nativo di Cittiglio, nel varesotto (1902), è stato soprannominato “l’Imbattibile” e “Il signore delle montagne”. Nel suo palmarès si contano molti dei trofei ciclistici più prestigiosi del mondo. Campione freddo e calcolatore in gara, ancora oggi Binda detiene numerosi primati in campo nazionale e internazionale.
Alfredo Binda nasce in una famiglia numerosa (aveva sedici fratelli) e cresce con la passione per le due ruote. Si avvicina ulteriormente al mondo della bicicletta mentre risiede con un fratello a Nizza, dove i due esercitano il mestiere di stuccatori. Il giovane Alfredo si allena duramente tutti i giorni e vince praticamente tutte le corse riservate ai dilettanti a cui partecipa. Nel 1924 torna in Italia per partecipare alla sua prima corsa importante: il Giro di Lombardia, dove giunge quarto… dopo essersi però presentato ai nastri di partenza avendo compiuto il tragitto da Nizza a Milano in bicicletta. Il buon piazzamento di quella gara gli procura un contratto con la Legnano, la casa professionistica con cui Binda trascorrerà tutta la carriera.
Nel 1925 il campione di Cittiglio conquista, al suo primo anno di professionismo, il Campionato Italiano, il Giro del Veneto, il Giro di Lombardia e il Giro d'Italia. Nel 1927, in un Giro d'Italia di quindici tappe, Binda domina la classifica generale dalla prima all'ultima tappa, vincendone ben dodici. Ritiratosi dalle competizioni Costante Girardengo, Binda stravince anche le due successive edizioni del 1928 e del 1929. Nel 1930 gli organizzatori del Giro d'Italia pagano al corridore 22.500 lire (la stessa somma riservata al vincitore) per la sua esclusione: la sua manifesta superiorità avrebbe infatti tolto ogni interesse a quell'edizione della corsa. Nonostante quest’episodio, le vittorie di Binda al Giro d'Italia sono in tutto cinque, numero che costituisce un record eguagliato solo dal campionissimo Fausto Coppi e dal “cannibale” Eddy Merckx. Record detenuto tuttora in solitario è quello dei Campionati mondiali vinti, che sono tre (1927, 1930 e 1932).
L'unico neo nella straordinaria carriera di Alfredo Binda è stato quello di non essersi mai aggiudicato il Tour de France, nel quale riuscì a imporsi solo in alcune tappe. Smetterà di correre nel 1936, in seguito a una brutta caduta. Nelle sette edizioni del Giro d'Italia a cui ha partecipato (tra il 1925 e il 1933), Binda ha conseguito il maggior numero di vittorie di tappa consecutive (otto nel Giro del 1929) e di vittorie di tappa nello stesso Giro (dodici nel 1927). Tra il 1948 e il 1961 ricoprirà il ruolo di commissario tecnico della squadra nazionale dei ciclisti professionisti italiani.