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Impatto ambientale, Mondiali in apnea

di Dario Ricci

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20 dicembre 2009


Città del Capo, Rustenburg, Bloemfontein, Nelspruit, Johannesburg, Polokwane. Sono queste le sei città che ospiteranno le partite del gruppo F – quello dell'Italia campione del mondo – durante la fase finale della Coppa del Mondo di Sudafrica 2010. Sei partite sparse in altrettanti stadi, in ogni angolo del Paese. Accantonate le remore relative alla problematica rete stradale sudafricana, cancellata l'ipotesi (e la tradizione) di assegnare ogni girone a due sedi fisse, la Fifa ha varato un Mondiale all'insegna del trasporto aereo. Situazione che, oltre alle prevedibili conseguenze logistiche su spostamenti di squadre e tifoserie, non mancherà di far sentire i propri effetti anche sotto il profilo ambientale.

Tutti a Copenaghen – Sì, perché mentre i grandi della terra si riuniva a Copenaghen in quello che è certamente stato il vertice ambientale più atteso della storia, anche Sudafrica2010 ha conquistato un piccolo spazio del palcoscenico danese. Al centro del dibattito, neanche a dirlo , l'impatto ambientale della prima Coppa del Mondo di calcio targata Africa. E i numeri presentati dalla delegazione sudafricana sono stati tutt'altro che incoraggianti.

Un grande impronta – Il ministro per l'ambiente di Pretoria, Buyelwa Sonjica, ha infatti ipotizzato che l'impronta emissiva della manifestazione calcistica sarà quasi dieci volte maggiore della Coppa del Mondo 2006 ospitata dalla Germania. La conferma arriva dalle stime calcolate apposta per l'appuntamento sudafricano, che prevedono un'emissione pari a 900mila tonnellate di anidride carbonica in occasione dei Mondiali, su un totale di 2.753 milioni di emissioni previste.

Traffico aereo – I 500mila turisti che si ritiene arriveranno in Sudafrica per i Mondiali saranno responsabili del 67% della produzione totale di CO2 a causa dei viaggi intrapresi con voli aerei nazionali; e a questi bisogna aggiungere i numerosi voli internazionali, che produrranno oltre 1 milione e 900mila tonnellate di diossido di carbonio. «La Coppa del Mondo 2010 – ha confermato Sonjica - avrà l'impronta più grande di carbonio finora mai prodotta da un evento sportivo». A contribuire alla sua formazione non solo il traffico aereo, ma anche l'energia utilizzata negli stadi, nei cantieri, per ospitare i turisti, negli spostamenti dentro le città e tra le diverse città.

Rimedi – A fronte di questi numeri, le misure di contrasto sembrano poter solo parzialmente arginare il fenomeno. Un memorandum d'intenti è stato siglato con la Eskom, l'azienda che produce il 95% dell'elettricità prodotta nel paese, per garantire energia pulita all'intera organizzazione del Mondiale. Si cercherà anche di incentivare l'utilizzo di biciclette per ridurre le emissioni di carbonio, e almeno tre delle nove città sedi delle partite stanno lavorando per implementare piste ciclabili, seguendo un progetto che continuerà anche una volta finito il Mondiale.

Aiuto teutonico – Il Dipartimento per le questioni ambientali ha inoltre lavorato a stretto contatto con l'organizzazione tedesca InWent, che ha promosso due meeting sul management ambientale e la gestione dei rifiuti. La britannica DEFRA ha invece fornito consulenze sulle linee strategiche da seguire per sviluppare il lato più eco-compatibile di una manifestazione sportiva delle dimensioni del Mondiale di calcio. Le città di Rustenburg, Polokwane e Mangaung riceveranno poi aiuti governativi durante il torneo per la raccolta dei rifiuti, e verranno create squadre operative temporanee per fronteggiare le eventuali emergenze proprio tra l'11 giugno e l'11 luglio 2010. Infine, il dipartimento coopererà con le municipalità di Cape Town, Johannesburg e della Mandela Bay nella lotta contro i topi.

Nostalgia tedesca – Malgrado i tanti sforzi sembrano lontani, insomma, i tempi del progetto Green Goal, che caratterizzò i Mondiali di Germania 2006, coi 12 stadi tedeschi pensati in prospettiva ecosostenibile, e con il Franken-Stadion di Norimberga e l'Allianz Arena di Monaco che avevano ricevuto la certificazione EMAS, cioè da parte dell'organizzazione europea che si occupa di management ambientale. Senza dimenticare agevolazioni e incentivi all'uso dei mezzi pubblici, lampadine a basso consumo negli impianti di gioco, consumo di aria condizionata variabile a seconda delle giornate e delle esigenze del momento.

20 dicembre 2009
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