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L'amore e l'Olimpiade: tutti i sogni di Beatrice

di Dario Ricci

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20 luglio 2009
Beatrice Adelizzi (Ansa)

"Londra 2012? Adesso non so; dopo un Mondiale viene da pensare a tante cose, e serve un progetto per andare avanti". E' determinata e grintosa, Beatrice Adelizzi, e i suoi occhi si riempiono di futuro appena le parli del sogno olimpico, ora che è lì, al confine più sottile tra la bravura e l'eccellenza. Anche se il futuro non si può ipotecare a scatola chiusa, sperando che le medaglie di legno degli "sport di serie B" aprano prima o poi gli occhi su quella fetta del Belpaese che non sbava dietro alle ultimissime su Ibrahimovic e riesce a sopravvivere senza la moviola in campo.

Beatrice Adelizzi 20 anni, di Lissone vicino Milano, emigrata da 3 anni a Roma per allenarsi all'Acqua Acetosa, studentessa di chimica, fidanzata ("ma non col mio fidanzato storico, con lui è finita; adesso c'è un altro nel mio cuore, e questo piazzamento lo dedico a lui; ma il nome non ve lo dico…", ti risponde se provi a chiederglielo), si ritrova a un passo dall'elite mondiale del nuoto sincronizzato. Il suo quarto posto nel ‘tecnico solo' è il miglior risultato azzurro nella storia di questa disciplina; prima di lei, il quinto posto di Giovanna Burlando a Perth ‘98
Ha migliorato il suo punteggio rispetto alla fase preliminare, Beatrice: segno distintivo dell'aspirante campione, che reagisce al meglio sotto pressione, nel momento che conta. Eppure – viste in acqua i mostri sacri Ishenko e Mengual (prima e seconda come a Melbourne2007, quando Batrice finì sesta), e l'ottima canadese Bourdeau, che occupano nell'ordine i tre gradini del podio, c'è ancora da lavorare duro: "Devo migliorare sul ritmo, sulla fluidità, ma anche e soprattutto nell'approccio alla gara. Natalia e Gemma sono delle regine, e hanno una freddezza, una solidità mentale che io ancora non ho. Anzi, le vigilie delle mie gare sono sempre travagliate, mi tormento dentro; poi appena sto per tuffarmi in acqua passa tutto e mentre sono impegnata nell'esercizio non ne risento, ma poi vedi queste campionesse e ti rendi conto che ancora bisogna lavorare, e lavorare ancora…".

Può una medaglia di legno cambiare la storia del sincronizzato italiano? Beatrice non si sbilancia: difficile dirlo, inevitabile sperarlo: "Anche noi, come i tuffatori, ci troviamo spesso in difficoltà con impianti, spazi, turni di allenamento. Davvero speriamo cambi la musica". Tutte, tranne una, però: la magnifica "Lux" che Roberto Cacciapaglia ha arrangiato apposta per lei e per il suo esercizio. "Lo ringrazio moltissimo,è riuscito a cucirmela addosso in modo perfetto". Poi Beatrice guarda ancora avanti, a un futuro molto più prossimo di un sogno a cinque cerchi. "Ora devo preparare bene il duo con Giulia Lapi (che è anche la sua compagna di stanza a Roma, n.d.r.): e dire che in questi due ultimi giorni l'ho un po' trascurata, ma possiamo fare benissimo anche lì!!". Inguaribile ottimismo di chi si sente ormai giusto a una piroetta da un sogno

20 luglio 2009
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