Piscina mezza piena o mezza vuota? Tempo di bilanci, per l’Italnuoto che esce da Roma 2009. E a scartabellar tabelle, disegnare grafici e comparare statistiche, il dilemma resta. Perché l’Italia che esce dal Mondiale casalingo (e soprattutto dalle piscine del Foro Italico) deve fare i conti con un una squadra che marcia a velocità diverse. Quella supersonica di Federica Pellegrini (10 primati del mondo prima dei 21 anni, tanto per capirci, conditi da un argento e un oro olimpici e i due ori mondiali di Roma su 200 e 400 stile libero), accompagnata dal ritmo elevato e spedito di Alessia Filippi (oro sui 1500 metri stile libero – ma alle Olimpiadi questa gara non c’è – e un bronzo di pura grinta sugli 800, dove è anche argento olimpico). Ma dietro, non c’è praticamente nessuno che riesca a tenere il passo delle due campionesse in gonnella: vero che non mancano atleti futuribili (su tutti le 16enne Di Pietro e Scarcella), ma vero anche che a Roma 2009 sue coetanee (vedi Sjostrom ed Efimova) – pur in stili diversi –hanno conquistato oro e primati del mondo. Insomma, piscina mezza piena o mezza vuota? Il dubbio rimane.
Parola di cittì – “Abbiamo due ragazze fantastiche, Federica e Alessia. Di fronte a loro tutto il resto passa in secondo piano”. L’analisi che Alberto Castagnetti, cittì azzurro e tecnico della Pellegrini, fa del nostro Mondiale in piscina potrebbe sembrar semplicistica. Ma in realtà, Castagnetti sottolinea un dato fondamentale: era dai tempi dello squadrone schierato a Fukuoka 2001 (con Fioravanti, Rosolino, Brembilla e Alessio Boggiatto al massimo della loro condizione), che l’Italia del nuoto non disponeva di due punte di tale valore assoluto. Patrimonio da difendere e valorizzare, chiarisce il cittì (proprio per questo preoccupato dalla prossima “vacanza” americana della Pellegrini). Impossibile, quindi, dal suo punto di vista fare un bilancio al netto di Federica&Alessia. Perché fortunatamente le due “golden girls” del nuoto azzurro pesano, eccome, sul nostro medagliere.
A.A.A: uomini cercasi – Se il settore femminile ci ha regalato due fenomeni e qualche prospetto interessante, a preoccupare non poco è il ricambio generazionale in atto tra gli uomini. “E’ normale che si faccia fatica a trovare atleti competitivi al livello di Rosolino, Magnini, Brembilla. Anche gli americani soffriranno quando non avranno più Phelps (che nel Mondiale della sconfitta subita da Biedermann, pota comunque a casa 5 ori e un argento, n.d.r.)”, argomenta Castagnetti. Detto che magari avercele le “seconde linee” statunitensi, se queste rispondono ai nomi dei vari Peirsol, Locate, Shanteau e compagnia bella, i nostri ragazzi escono dalla piscina di Roma con poche certezze e molti dubbi. Recuperato su 800 e 1500 il talento di Colbertaldo, apprezzato il promettente Giorgetti nella rana, applaudito il grintoso siciliano Maglia nella 4x200 e il sempre grintoso Galenda, ci specchiamo però anche nel flop dell’enigmatico Marin (ormai autorelegatosi nel ruolo di Signor Pellegrini ), nel declino di Max e Pippo, nella scarsa competitività e maturità emotiva di atleti potenzialmente capaci di essere competitivi ai massimi livelli (Di Tora, Facci).
Speranze azzurre – E dire che – come abbiamo sinteticamente elencato – nomi futuribili per Londra2012 non mancano (occhio anche a Orsi, Belotti, il dorsista Lestingi) a speranza è che le tensioni apparse evidenti prima e durante il Mondiale (la difficile convivenza tra Superfede e Superalessia; il braccio di ferro politico tra il presidente della Fin – e ora segretario onorario della Fina – Barelli e il presidente del comitato organizzatore Malaga), non intralcino i lavori, già in corso, verso l’Olimpiade londinese. Così come preoccupa non poco il possibile deficit di 6 milioni di euro della Federnuoto, che fa balenare anche l’ipotesi commissariamento da parte del Coni
Il resto? Il meglio – La parte migliore del bilancio azzurro arriva così dalle altre discipline (eccezion fatta per la pallanuoto, dove Setterosa e Settebello hanno toccato il fondo, e sarà dura risalire…). Nel fondo troviamo l’oro di Cleri e i bronzi di Grimaldi e Vitale, oltre al primo posto nella classifica squadre; nei tuffi la confermata competitività di Tania Cagnotto, anche in coppia con una sempre più sicura Dallapé, oltre alle buone prestazioni dei fratelli Marconi e alla futuribilità della coppia Dell’Uomo – Chiarabini nel sincro dalla piattaforma; nel nuoto sincronizzato le ragazze si sono avvicinate al livello delle migliori, e la Adelizzi è ormai pronta per essere punta e traino di squadra e movimento
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Regine e Re – Guardando al mondo, ospite per 17 giorni di gare di piscine e mare romani, restano negli occhi e nel cuore una manciata di nomi che hanno segnato Roma09: il 16enne inglese Tom Daley (oro nella piattaforma da 10 metri!) e l’immensa cinese Guo Jing Jing nei tuffi; l’eroe della fatica Valerio Cleri; la maestosità di Federica Pellegrini e le medaglie e i sorrisi di Alessia Filippi; gli sprint d’oro del brasiliano Cielo (con tanto ddedica a Felipe Massa) e della tedesca Steffen; Paul Biedrmann che batte Phelps, gli strappa il record del mondo e lo rende così più umano; lo stesso Michelone che – innamoratosi di Roma bracciata dopo bracciata – reagisce da par suo e brucia Cavic nella finale più entusiasmante, quella dei 100 farfalla. Eppoi la spettacolare finale maschile di pallanuoto tra Serbia e Spagna.
