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Il gentiluomo del fondo e le leonesse del nuoto sincronizzato

di Dario Ricci

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22 luglio 2009

"Il ricorso? Aspettiamo, vediamo come va la nottata: comunque per me non cambia nulla. Terzo o quarto posto è uguale. Un bronzo è bello ma non cambia la vita, quella è una cosa seria. Cosa cambierebbe? Per me al massimo qualche soldo in più in tasca, per voi giornalisti invece sarebbe tutto diverso vero?". Affonda e colpisce al centro del bersaglio, Valerio Cleri.

Mai visto un atleta che passa sette-otto ore ella sua giornata a nuotare tra correnti, meduse e mareggiate, infischiarsene così bellamente di una medaglia mondiale. Sarà scaramanzia, sarà profilo basso, ma Valerio da Palestrina sembra sincero mentre aspetta la decisione del Gran Jury della Federnuoto internazionale in merito al reclamo presentato dagli azzurri dopo la volata nella 10 km di nuoto di fondo nel mare di Ostia. Lutz primo, l'americano Gemmel secondo, terzo l'altro "big guy" Crippen, proprio davanti a Valerio. Ma Crippen non ha rispettato il percorso indicato dalle boe che delimitano l'"imbuto" che conduce alla volata finale.

Ricorso azzurro di fatto accolto (violato il punto 7.1 del regolamento, e la proposta di squalifica di Crippen era stata avanzata anche dagli arbitri i gara), ma scontato l'appello americano che arriva subito dopo la decisione della giuria della Fin. E allora carte, cassette tv e documenti da Ostia vanno a Roma. A fine giornata tutti stremati da caldo e tensione. Tutti, tranne lui, Valerio Cleri da Palestrina, sereno e sorridente e già con la testa alla 25 km di sabato. Un'ultima pennellata d'ironia: mentre il cittì Giuliani si adopera per perorare la sua causa in tutti i modi ("Crippen è un grande, ma ha ostacolato Valerio, che a quel punto è entrato in crisi psicologica e ha mollato il ritmo giusto per fare la volata"), Cleri quasi smentisce il suo stesso tecnico ("Ho visto Crippen oltre le boe, e pensavo fosse un doppiato. Poi me lo sono ritrovato davanti, ma non mi ha disturbato minimamente"). La forza della serenità, si dice in questi casi….

Alla placida tranquillità e al decoubertinismo di Cleri fanno da contraltare le urla di fuoco che rimbalzano dalla piscina del nuoto sincronizzato del Foro Italico. Nel libero combinato ("combo", per chi ha più familiarità con le eleganti movenze del sincro), le azzurre arrivano quarte – tanto per non perdere l'abitudine – alle spalle delle inarrivabili spagnole, poi le cinesi e le canadesi. Azzurre ai piedi del podio, insomma, e il cittì Laura De Renzis che urla la sua rabbia contro la giuria, che avrebbe penalizzato le sue ragazze. E loro, le sincronette, a piangere lacrime amare per la medaglia di legno e a lanciare unghiate velenose contro i giudici che insomma, si sa, un occhio benevolo per la squadra padrona di casa dovrebbero pure averlo…..

Inutile, ora, addentrarsi in un ginepraio di valutazioni socio-politico-sportive. Ma alla fine di una giornata che ci lascia un bronzo sicuro (Martina Grimaldi sui 10 km di fondo) , uno probabile (Cleri) e un altro sfumato (sincro), vien quasi da pensare che se Valerio cedesse alle fanciulle un po' del suo distaccato aplomb ‘da sincronetto', accettando in cambio giusto un briciolo della rabbia che anima queste leonesse, forse altre due medaglie sarebbero già in carniere da un bel po' di ore .


22 luglio 2009
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