Le disfatte dello sci alpino italiano sembrano non avere fine. A Vancouver nemmeno nel gigante gli azzurri riescono a sfatare il tabù che non li vede salire sul podio da Lillehammer '94 (argento di Tomba nello slalom). Massimiliano Blardone illude tutti, piazzandosi al quarto posto al termine della prima manche, ma è una speranza destinata presto a svanire, perchè nella seconda frazione sbaglia troppo e finisce 11esimo come quattro anni fa a Torino. Non fanno meglio gli altri: Alexander Ploner è 18esimo, Davide Simoncelli 20esimo, Manfred Moelgg due posizioni più giù. Ad aggiudicarsi il titolo olimpico è stato così lo svizzero Carlo Janka, campione del mondo in carica, che mette in fila la coppia norvegese composta da Kjetil Jansrud, argento con 39 centesimi di ritardo, e Aksel Lund Svindal, bronzo e alla terza medaglia in quest'Olimpiade dopo l'oro in SuperG e l'argento in discesa.
Brutte notizie da Whistler, brutte notizie anche dal Pacific Coliseum di Vancouver. Un errore durante il programma corto segna il debutto olimpico di Carolina Kostner, che nel singolo femminile di pattinaggio di figura si classifica provvisoriamente al settimo posto (63.02) e ben lontana dalla zona podio, visto che la canadese Joannie Rochette, terza, è a quota 71.36. Al comando c'è la sudcoreana Yu-Na Kim con 78.50, seguita dalla giapponese Mao Asada (73.78).
A Richmond, invece, Enrico Fabris diserta i 10.000 per un improvviso malore a colazione. Vertigini e nausea gli hanno impedito di presentarsi al via ma lo skater trevigiano dovrebbe comunque recuperare in tempo per l'inseguimento a squadre che vedrà gli azzurri in pista da campioni uscenti.