Bando ai menagrami ma lo spettro di Torino 2006 sta infestando lo sci alpino azzurro a Vancouver. La prima settimana di gare veloci (discesa libera, superG e super combinata) si chiude senza medaglie per i nostri atleti. Adesso cresce la paura di rimanere a secco come quattro anni fa. Per trovare l'ultimo podio olimpico maschile bisogna scorrere i medaglieri fino a Lillehammer '94 con l'argento di Alberto Tomba; Deborah Compagnoni, Daniela Ceccarelli, Isolde Kostner e Karen Putzer hanno tenuto alta la bandiera italiana a Nagano e Salt Lake City. Poi lo zero assoluto nelle Olimpiadi di casa. Si rischia la frittata bis. Perché tutta la responsabilità e la pressione di dover vincere qualcosa cade su due sole discipline: gigante e slalom.
Werner Heel e Johanna Schnarf (l'altoatesina che ha sostituito l'infortunata Nadia Fanchini) sono ancora lì a mangiarsi il casco. Entrambi quarti in superG, due patacche di legno che sanno di beffa clamorosa. Fossimo in Coppa del mondo, saremmo qui a plaudere un risultato eccezionale. Soprattutto per la Schnarf, il cui miglior piazzamento era un sesto posto in super combinata. Heel ha perso il bronzo per due centesimi; la Schnarf per undici. Sarà sfortuna ma alle Olimpiadi contano solo i primi tre; per gli altri c'è amarezza e rimpianto. Sono andati forte i nostri ragazzi nel superG: Christof Innerhofer sesto a 39 centesimi dall'oro di Mazinga Svindal, Patrick Staudacher settimo a un centesimo dal compagno di squadra. Basta un battito di ciglia per passare dalle stelle alle stalle.
Finora sono le Olimpiadi dei campioni. Pochi gli eroi di giornata. Lo svizzero Didier Defago si è illuminato vincendo la discesa libera, così come l'austriaca Andrea Fischbacher ha fatto carta straccia dei pronostici per il superG. Sono soprattutto le Olimpiadi a stelle e strisce. Bode Miller è tornato implacabile conquistando già tre medaglie di tutti i colori. Una progressione micidiale: bronzo in libera, argento in superG, oro (il primo per lui alle Olimpiadi) in super combinata. Con quello sguardo un po' sornione da pistolero Cocco Bill, funambolo, stravagante, incisivo. Miller show. Gli americani si sono esaltati. Due medaglie a testa per le soubrette del circo rosa: un oro e un bronzo a Lindsey Vonn, due argenti a Julia Mancuso. C'è anche il bronzo nel superG per lo sconosciuto americano Andrew Weibrecht.
Mazinga Svindal ha confermato la sua potenza robotica negli appuntamenti che contano. Primo nel superG e secondo nella discesa libera. La svedese Anja Paerson ha collezionato la sesta medaglia olimpica (come Janica Kostelic), finendo sul gradino più basso del podio nella super combinata. Anche la Germania ha centrato un oro con Maria Riesch. Il Canada vede il flop come l'Italia. I suoi assi migliori erano nelle gare veloci ma o si sono montati troppo la testa o le gambe hanno tremato. Irriconoscibili e pasticcioni. Rimangono insomma le prove tecniche. Sulla carta abbiamo diversi atleti da medaglia: Max Blardone, Davide Simoncelli, Manfred e Manuela Moelgg, Giuliano Razzoli, Denise Karbon, Federica Brignone. Però serve più cattiveria. Sciare bene non basta. A Torino si arrivò all'ultima gara (lo slalom maschile) con tutti gli occhi puntati su Giorgio Rocca che poi uscì dopo 38 secondi della prima manche. Speriamo che analogo destino non tocchi a qualcun altro qui a Vancouver.