Pietro Piller Cottrer, 35 anni, fondista; 1 oro, 1 argento 1 bronzo olimpico; 1 oro e 2 bronzi mondiali
Al tuo palmares manca solo un oro olimpico individuale. A Vancouver l'ultima occasione. Nelle condizioni migliori?
«Le mie sì. Quelle della pista non mi entusiasmano. é un percorso strano, forse troppo semplice per un'Olimpiade. E le continue variazioni meteo potrebbero trasformare tutto in un terno al lotto. Speriamo esca il mio numero...».
Su che ruota dobbiamo giocarlo?
«Punto sulla 15 km tecnica libera, che sarà pure la gara più dura, perché tutti saranno freschi e riposati, visto che apriremo il programma il 15 febbraio a Whistler Mountain. La 50 km classica, alla fine, sarà invece, gara di strategia, con tutti con il serbatoio in rosso. Comunque starò nascosto, lascerò agli altri l'iniziativa e studierò bene il da farsi, senza sprecare energie».
Il fondo è la grande ammiraglia della nostra spedizione. Pensi che le medaglie di Torino2006 siano ste valorizzate dl punto di vista della popolarità?
«Sì e no. Abbiamo un fondista, Giorgio Di Centa, come portabandiera. Ma forse quelle medaglie non hanno reso abbastanza in termini di popolarità del nostro sport tra la gente. Per fortuna, gareggiando in Canada, saremo nel prime-time televisivo italiano ed europeo. Un bel colpo mediatico».
Le donne meglio di voi, nel quadriennio post-olimpico. Sarà così anche in Canada?
«Spero in una rivalità virtuosa, un giorno una medaglia a loro, l'altra a noi e via così... Ma è vero, dopo Torino loro sono state più continue e brave. Meglio così: uno stimolo in più per fare bene».
Sogno olimpico nel cassetto?
«Meglio non dire niente alla vigilia, tanto ve lo immaginate tutti. Dico solo che l'Olimpiade è un'emozione pazzesca, che riesce a tirarti fuori da gambe e braccia energie che neanche pensavi di avere...».