28 anni, 2 ori e un bronzo olimpico nel pattinaggio di velocità
Quattro anni fa sei stato il protagonista azzurro di Torino2006. Pronto al bis?
" E' stata una stagione strana, la mia. Prima sono andato piano, ho faticato, senza davvero capire il perché. Poi sono entrato in forma nella seconda parte dell'anno, e l'argento all'Europeo all-around in Norvegia mi ha confermato di essere sulla buona strada. Ora sono pronto. Eguagliare il bottino di Torino sarà dura, ma so di potermela giocare"
Dopo Torino2006 pensavamo che le tue vittorie avrebbero fatto del pattinaggio di velocità uno sport popolare anche alle nostre latitudini. E' andata così?
"Direi di no. C'è stato un momento di popolarità e molti bambini si sono avvicinati a questo sport. Ma rimaniamo uno sport di nicchia, per pochi. Magari un'altra grande Olimpiade potrebbe cambiare le cose, anche per quanto riguarda gli impianti disponibili per allenamenti e attività di vertice. Ma meglio riparlarne dopo Vancouver…"
Quanto pesano nella valigia verso il Canada quelle medaglie piemontesi?
"Sono uno stimolo, uno splendido ricordo. Ma sono sereno, determinato, concentrato su me stesso. La concorrenza, in questo quadriennio, è aumentata. Non c'è solo quel fenomeno dell'olandese Kramer da battere. Ma cerco di pensare soprattutto a me stesso. Il nostro è uno sport in cui la testa conta almeno quanto le gambe e le lamine dei pattini"
C'è anche una squadra da trascinare sul podio, come già accaduto in Piemonte…
"Pochi ma buoni, mi viene da dire! Siamo un bel gruppo, affiatato, e anche i miei compagni sono cresciuti molto in questo quadriennio. La mano del nostro direttore tecnico Marchetto si vede, eccome!"
Il momento indimenticabile di Torino2006?
"La consegna delle medaglie, in centro a Torino, in quella che era stata ribattezzata, per l'occasione, la Medal Plaza. Un'emozione indescrivibile, da pelle d'oca. Sai che spasso sarebbe riprovarla a Vancouver?"