Federica Brignone, 19 anni, gigantista, 1 mondiale juniores, esordiente olimpica
All'esordio olimpico, e in molti già puntano su di te come possibile sorpresa della spedizione azzurra. Che effetto fa?
«Nessun effetto. Finora non ho pensato alle Olimpiadi. Non ho perso il sonno a pensare ai cinque cerchi, ma ho preferito rimanere concentrata sulle gare stagionali. Ogni occasione è stata buona per divertirmi e imparare qualcosa. Ai Giochi inizierò a pensare appena metterò piede a Whistler Mountain».
Sei figlia d'arte, vista che tua mamma è "Ninna" Quario, protagonista della Valanga Rosa degli Anni Ottanta, e papà è il maestro di sci Daniele Brignone. Paragoni?
«Impossibili. Lo sport è cambiato, lo sci è cambiato. Oggi è tutto diverso: materiali, attrezzi.... Ma lo sai che non ho mai visto mamma sciare, né ho rivisto mai le sue gare in tv? Ogni tanto mi dà qualche consiglio, ma soprattutto su come approcciare le gare, prepararle dal punto di vista mentale. In pista, invece, è tutto diverso, e ognuno fa per sé...».
Difficile conciliare scuola e attività agonistica?
«Finora un po' sì, ma ora ho finito il quinto liceo scientifico e il prossimo anno mi iscriverò all'università: scienze motorie ad Aosta. Mi trasferirò con alcuni miei amici e credo che conciliare le due cose sarà un po' più semplice».
Ma a casa sono più contenti per un bel voto o per un podio in Coppa del Mondo?
Credo proprio per un podio... Ma in realtà sono contenti per quello che scelgo io, liberamente, sia scuola o sport. Non mi hanno mai fatto pressioni né costretto a fare cose che non mi piacevano. Sono stati esemplari».
Qualcuno dice: brava, questa Brignone, ma non è molto continua...
«Ma se sono stata tutto l'anno con le prime! L'unico errore a Maribor, per il resto non ho molto da rimproverarmi. E poi non sono mica un robot! Li voglio vedere questi, che diranno, se gli faccio un bello scherzetto a Vancouver...».
