Gustavo Thoeni, 59 anni, 1 oro 2 argenti olimpici, 5 ori mondiali, 4 coppe del mondo nello sci alpino
In Canada lo sci alpino deve riscattare lo "zero" alla voce "medaglie" registrato quattro anni fa a Torino. Impresa possibile?
«Direi proprio di sì. Anche a Torino le possibilità di medaglia c'erano, vedi Giorgio Rocca su tutti. Ma in un'Olimpiade serve anche un pizzico di fortuna che a Sestriere ci mancò».
Stavolta da dove potrebbe arrivare il podio?
«Abbiamo una squadra con tante frecce. Da Razzoli e Moellg in slalom, ai gigantisti, fino a Werner Heel e Peter Fill nelle prove veloci. Senza dimenticare poi le donne».
Magari potrepbbero essere i Giochi di Denise Karbon, che se avesse avuto una medaglia per ogni infortunio adesso sarebbe pluridecorata...
«Purtroppo è così. Ma lei è una grande gigantista e un'ottima slalomista. A 30 anni potrebbe davvero lasciare il segno, malgrado il problema al menisco che ne ha condizionato la prima metà della stagione».
Ad avere un ultimo euro da scommettere lo punteremmo su Federica Brignone e una sua medaglia nel gigante femminile. Condivide?
«Il talento c'è, e non si discute. Ma forse 19 anni sono ancora pochi per arrivare su un podio olimpico. In queste gare a fare la differenza, spesso, è l'esperienza».
Molti critici sottolineano che il pendio di Whistler Mountain è più adatto ad atleti polivalenti che a gigantisti puri come Blardone e Simoncelli. Che ne pensa?
«Forse è vero, perché per noi più è ripido meglio è. Ma l'Olimpiade capita due-tre volte in una carriera. Stavolta è a Whistler, e la pista è uguale per tutti. Quindi niente alibi».