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Un gol per continuare a sperare: Liberi Nantes, la "nazionale" dei migranti

di Dario Ricci

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11 FEBBRAIO 2009

Jaki, Ismael, Ismaila, Mustafa, Ibrahim, la conoscono bene Lampedusa. Ci sono passati, in fuga dall'Afghanistan o dalla Guinea, dall'Eritrea o dalla Nigeria, in cerca di una nuova vita, in fuga da guerre e persecuzioni. E allora Lampedusa è più di un'isola, è un confine, una sottile linea bianca che divide passato e futuro. Tra l'essere di qua o di là di quella linea passa la stessa differenza che c'è tra un obiettivo raggiunto o solo sfiorato, un gol fatto o una gioia che resta strozzata in gola. E proprio intorno a un campo di calcio Jaki, Ismael, Ismaila, Mustafa, Ibrahim e altri rifugiati o richiedenti asilo politico in Italia stanno provando a immaginare un altro futuro. Con indosso la maglia della Liberi Nantes, una squadra di calcio del tutto particolare, fondata da volontari e sostenuta da diverse associazioni del terzo settore. «Abbiamo voluto lanciare una sfida - spiega il presidente Gianluca Di Girolami - dimostrare che con lo sport, e con il calcio, è possibile accogliere l'altro, offrire piccoli ma concreti segnali di speranza». Appuntamento due sere a settimana al campo Fulvio Bernardini di Pietralata, a Roma, tanto per divertirsi. E allora tutti in campo, con la maglia biancoblu della Liberi Nantes e tanta buona volontà. In panchina un mister abituato ad amalgamare tanti ingredienti diversi: Fabrizio Proietti, professione pasticcere.

Colori scelti non a caso, il bianco e il blu della maglia della Liberi Nantes. Gli stessi colori della bandiera dell'Onu. E allora, tra le tante associazioni di volontariato che sostengono la Liberi Nantes, spicca il patrocinio dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati Politici. «Dal calcio arriva una parentesi di normalità, per chi spesso ha perso tutto fuggendo dalle aree di conflitto in ogni parte del mondo», spiega la portavoce Laura Boldrini. Novanta minuti più recupero, ogni fine settimana, a inseguire un gol che è un pezzo di futuro. A bordocampo restano le mille storie di destini in fuga. Le immagini e le scene che ogni giorno arrivano da Lampedusa restano nel cuore e nella mente.

Il dibattito sulle norme per l'immigrazione, le tensioni legate alla gestione dei flussi migratori verso il nostro Paese, la difficoltà di costruirsi una nuova vita fanno sentire la loro eco nello spogliatoio della Liberi Nantes.

Maglietta e pantaloncini, scarpette ai piedi, palleggi, cross, pressing, parate. Ma il vero gol è ancora tutto da segnare, e il prima possibile fuori dal campo. Si chiama lavoro, integrazione, riconoscimento di diritti, accettazione dei doveri. Ma insomma, non è che i calciatori della Liberi Nantes siano poi così scarsi. Anzi, qualche buon talento arrivato dall'Africa si è già messo in luce. E allora presidente Di Girolami, perché non mettere in piedi una bella amichevole con la nazionale della Padania? Magari, a incontrarsi a centrocampo, ci si capisce meglio, no?

A BORDO CAMPO - Ogni domenica alle 16.30 e ogni sabato alle 13.00 su Radio24-IlSole24Ore

11 FEBBRAIO 2009
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