Sono uomini, Hanno tra i 30 e i 46 anni, sono manager, impiegati, commercianti, medici, e e si ritrovano due-tre volte a settimana a nuotare in una piscina milanese. Ma il loro non è il nuoto fatto di tuffi e decine di vasche. Loro sono i sincronetti, i componenti di SyncDifferent, l'unica squadra italiana maschile di nuoto sincronizzato. Tra piroette e pregiudizi, studiano coreografie e passi didanza in acqua, sognando le Olimpiadi, magari già a Londra 2012.
Tutto è nato 3 anni fa, da un idea di Gian Mario Felicetti, che ora è il capitano di SyncDifferent. «Ho sempre amato gli sport acquatici, ma mi ha sempre molto annoiato il nuoto tradizionale, con tutte quelle vasche da fare avanti e indietro...E allora ho pensato a qualcosa di diverso, e ho cominciato a coinvolgere amici e conoscenti sull'idea del nuoto sincronizzato. All'inizio è stato complicato, oggi abbiamo raggiunto un buon livello, tanto da aver organizzato recentemente a Milano anche una competizione internazionale, con team scandinavi e giapponesi», spiega Felicetti
Sfida sicuramente complicata, quella di SyncDifferent, in un mondo dominato dalla grazia e dalla leggiadria delle sincronette. E dire, però che il nuoto sincronizzato - divenuto disciplina olimpica a Los Angeles 1984 - nasce a fine Ottocento come sport propriamente maschile. Insomma, quello di Gian Mario e compagni, alla fine, è quasi un ritorno alle origini... Ma ora non c'è il rischio di una discriminazione al contrario, delle "sincronette" nei confronti degli aspiranti colleghi maschi? «Il problema è più generale : non c'è discriminazione, ma prevale l'idea che il sincronizzato sia uno sport solo femminile. Invece ci può essere, ci deve essere, un'interpretazione mista, con coerografie che prevedano la partecipazione di ragazzi e ragazze», spiega Felicetti
Difficile per ragazzi intorno ai quarant'anni tuffarsi in acqua per piroette e capriole. Figurarsi per Giorgio Minisini, 13 anni, di Ladispoli, vicino Roma, che è l'unico ragazzo italiano impegnato nel sincronizzato a livello agonistico. Figlio d'arte (la mamma è Susanna De Angelis, ex sincronetta di livello internazionale), Giorgio si allena abitualmente con le ragazze. «Siamo un bel gruppo, e ci divertiamo parecchio», afferma Minisini. «E poi le coreografie con me in vasca vengono decisamente meglio...vi immaginate un "Romeo e Giulietta" senza un sincronetto in acqua?! I pregiudizi? Solo da chi non fa sport, che non apprezza né il sincro nè il nuoto tradizionale».
Insomma, la strada è tracciata. E allora si può sognare in grande. Perché non immaginarsi in acqua già a Londra2012, magari come sport dimostrativo? «Mi sono già attivato, scrivendo al ministro dello sport inglese: speriamo risponda in fretta», spiega Felicetti. «Ma noi vogliamo essere soprattutto una staffetta, aprire una via che poi altri, come magari Giorgio, potranno seguire, magari proprio in una vasca a cinque cerchi...».